RIFLESSIONE DEL PARROCO

Interiorità in crisi (8)

C’è una solita e frequente obiezione con il ritorno alla interiorità: Dio lo si trova fuori, nei fratelli, nei poveri, nella lotta per la giustizia; lo si trova nell’Eucaristia che è fuori di noi, nella parola di Dio… Tutto vero. Ma dove è che «incontri» veramente il fratello e il povero, se non nel tuo cuore? Se lo incontri solo fuori, non è un io, una persona che incontri, ma una cosa; lo urti più che incontrarlo. Dov’è che incontri il Gesù dell’Eucaristia se non nella fede, cioè dentro di te? Un vero incontro tra persone non può avvenire che tra due coscienze, due li­bertà, cioè tra due interiorità.
Si obbietta anche che secondo la psicologia moderna ci sono due categorie di persone, due tipi umani di­versi: l’introverso e l’estroverso. Il primo trova Dio den­tro di sé, il secondo fuori, nel cosmo o negli altri. Esiste senza dubbio questa differenziazione e lo constatiamo noi stessi nell’esperienza quotidiana. Ma tale diversità non può essere applicata così meccanicamente alla sfera spirituale. Quando si tratta di Dio, scatta una conse­guenza particolare: Dio è Spirito! Come dunque lo tro­verai fuori, nel cosmo, se non rientrando in te, aprendo l’occhio interiore della fede? Anche contemplando il co­smo e andando verso gli altri, ci deve essere ‑ anche se in misura e in modo diversi da un caso all’altro ‑ un’a­bitudine all’interiorità. Se no, fuori, nel cosmo, e nelle Creature belle, non si vede più Dio. Ci si può gettare sulle creature ed essere da esse portate lontane da Dio, co­me ci ricorda sant’Agostino. Uno può esse­re un tipo introverso e trovare difficoltà nei rapporti con gli altri e nell’andare verso il prossimo, ma non per que­sto è scusato dall’agire, dal compiere i suoi doveri ester­ni. Lo stesso vale per l’estroverso nei confronti dell’inte­riorità.
È errato del resto pensare che l’insistenza sull’inte­riorità possa nuocere all’impegno fattivo per il regno di Dio e per la giustizia; L’interiorità non si oppone all’azione, ma a un certo modo di fare l’azione. Lungi dal diminuire l’importanza dell’agire per Dio, l’interiorità la fonda e la preserva.

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