RIFLESSIONE DEL PARROCO

                     La Pentecoste ci insegna ad essere liberi.

«Libertà è una parola fondamentale, se non «la» parola fondamentale per ogni lessico civile» (Massimo Recalcati). La vita umana esige libertà e tuttavia, la libertà non è solo un’esperienza di liberazione, di affermazione di sé, ma è anche, paradossalmente, una «condanna». L’uomo, infatti, come affermava il filosofo ateo Jean Paul Sartre, «è condannato a essere libero», perché a differenza del mondo animale dove la legge dell’istinto predomina sui comportamenti, nel mondo degli uomini è necessario che avvenga continuamente una scelta. Questo significa che non possiamo mai liberarci dalla libertà; se siamo liberi non è perché abbiamo scelto la libertà, ma perché siamo gettati nella libertà, forzatamente consegnati, vincolati, incatenati alla libertà. Nessuno infatti può scegliere al nostro posto. Non posso liberarmi dalla responsabilità della scelta, anche se scelgo di non scegliere, questa opzione resterà sempre espressione di una scelta mia.
L’uomo è perfino libero di rifiutare Dio, il suo Creatore, per essere libero da Dio, pensando così di raggiungere la sua piena autonomia. Ma questa «libertà da» in se stessa non è ancora una «libertà di» o una «libertà per». Questo significa che non basta educarci o educare a liberarci dalle costrizioni civili o religiose. Non siamo liberi semplicemente perché non siamo costretti a fare qualche scelta. Siamo veramente liberi quando la nostra vita sa farsi dono a qualcuno, quando facciamo dono della nostra libertà a qualcun altro, per amore, per amare, per servire, per realizzare una causa di bene.
La solennità della Pentecoste ci pone davanti alla libertà che lo Spirito Santo genera in noi attraverso la Parola di Dio e i Sacramenti. Ce lo testimoniano gli apostoli e i martiri: Egli ci rende liberi di amare, fino al martirio, fino a consumarci totalmente per Dio e per i fratelli. Solo così la libertà che sgorga dal Vangelo non sarà più una «condanna», ma una gioia, e una gioia da condividere con altri. Il nome di questa «libertà» è Gesù. Chi lo segue diventa libero di amare come Lui, e la sua vita attira altri non nella trappola di una «condanna», ma in un fiume di gioia. Chi lo segue costruisce Chiesa fondata sulla libertà, non sulla paura, né sulla condanna. Chi segue Cristo diventa una sorgente di libertà.               dD

 

 

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