Il brano evangelico di questa domenica ci mostra, per così dire, il “passaggio del testimone” da Giovanni Battista a Gesù. Giovanni è stato il precursore, Gli ha preparato il terreno e Gli ha preparato la strada: ora Gesù può iniziare la sua missione e annunciare la salvezza ormai presente; era Lui la salvezza. La sua predicazione è sintetizzata in queste parole: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. E’ un messaggio che ci invita a riflettere su due temi essenziali: il tempo e la conversione.
Il tempo va inteso qui come la durata della storia della salvezza operata da Dio; quindi, il tempo “compiuto” è quello in cui questa azione salvifica arriva al suo culmine, alla piena attuazione: è il momento storico in cui Dio ha mandato il Figlio nel mondo e il suo regno si è fatto più che mai “vicino”. La salvezza non è automatica; la salvezza è un dono d’amore e come tale offerto alla libertà umana. Essendo libero l’amore richiede una risposta libera: richiede la nostra conversione.. Si tratta cioè di cambiare mentalità e di cambiare vita: non seguire più i modelli del mondo, ma quello di Dio, che è Gesù. E’ un cambiamento decisivo di visione e di atteggiamento. Infatti, il peccato, soprattutto il peccato della mondanità che è come l’aria, pervade tutto, ha portato una mentalità che tende all’affermazione di sé stessi contro gli altri e anche contro Dio. E’ difficile esprimere la propria identità nello spirito del mondo in termini positivi e di salvezza: è contro sé stessi, contro gli altri e contro Dio. E per questo scopo non esita—la mentalità del peccato, la mentalità del mondo—a usare l’inganno e la violenza. Vediamo cosa succede con l’inganno e la violenza: cupidigia, voglia di potere e non di servizio, guerre, sfruttamento della gente… Certamente ha la sua origine nel padre del inganno, il grande bugiardo, il diavolo.
A tutto ciò si oppone il messaggio di Gesù, che invita a riconoscersi bisognosi di Dio e della sua grazia; ad avere un atteggiamento equilibrato nei confronti dei beni terreni; a essere accoglienti e umili verso tutti; a conoscere e realizzare sé stessi nell’incontro e nel servizio agli altri. Per ciascuno di noi il tempo in cui poter accogliere la redenzione è breve: è la durata della nostra vita in questo mondo.
La vita è un dono dell’infinito amore di Dio, ma è anche tempo di verifica del nostro amore verso di Lui. Perciò ogni momento è tempo prezioso per amare Dio e per amare il prossimo, e così entrare nella vita eterna.
La storia della nostra vita ha due ritmi: uno misurabile, fatto di ore, di giorni, di anni; l’altro, composto dalle stagioni del nostro sviluppo: nascita, infanzia, adolescenza, maturità, vecchiaia, morte.
Ogni tempo, ogni fase, ha un valore proprio, e può essere momento privilegiato di incontro con il Signore. La fede ci aiuta a scoprire il significato spirituale di questi tempi: ognuno contiene una particolare chiamata del Signore, alla quale possiamo dare una risposta positiva o negativa.
Cari fratelli e sorelle, stiamo attenti e non lasciamo passare Gesù senza riceverlo. Sant’Agostino diceva: “Ho paura di Dio quando passa”. Paura di non riconoscerlo, di non vederlo, di non accoglierlo. ù
Papa Francesco