RIFLESSIONE DEL PARROCO

PER RIDERE O … PER PIANGERE

Ormai, i santi che sono quotati al mercato azionario della società contemporanea sono pochi, famosi e svuotati di ogni dimensione cristiana:
-San Remo, o meglio, o più paganamente, per non disturbare nessuno: “Sanremo”. È il santo più cantato in Italia.
-San Siro, che riempie ogni domenica pomeriggio i nostri salotti.
-San Silvestro, che molto veglia sugli ubriachi dell’ultimo giorno dell’anno.
-San Valentino, che è divenuto patrono degli innamorati. Anche per gli atei e per chi non sa cosa sia l’amore fedele e casto…
-Sant’Ambrogio, che permette ai milanesi un ponte più lungo dopo l’Immacolata.
-San Vittore, che veglia sui carcerati milanesi.
-Santa Lucia, che porta solo doni ai bambini buoni.
-Santa Caterina, a cui è intitolata la famosa “fiera” di Udine, con annesse giostre di divertimento.
E tutti gli altri santi, ricco patrimonio della nostra tradizione di fede cristiana, della nostra cultura religiosa mondiale, che fine hanno fatto? E dei nostri santi patroni d’Italia, di Regione, di cittadine o paesi? Anch’essi, esempi di fedeltà a Cristo, alla Chiesa, al Vangelo, ai poveri, ai propri doveri professionali…
C’è davvero da riflettere miei cari cristiani. Anche perché in Friuli sono fiorite in questi ultimi anni circa 90 “sette” o nuovi gruppi religiosi di varie tendenze (presenti anche sul nostro territorio). Contrariamente al passato, non si teme più di “scherzare con i santi”; semmai si lasciano stare i fanti… In realtà, questo mondo continua ad avere bisogno di Dio, di spiritualità, di interiorità. Solo che gli acquirenti si sono spostati dalle chiese su internet, al mercato facile del “fai da te”, e del “tutto e subito”; senza necessità di Dio, di Cristo o della Chiesa; senza impegnarsi, crescere, interrogarsi o lasciarsi cambiare il cuore o le scelte di vita dalla grazia di Dio.
Così come hanno fatto, invece, i santi di ogni tempo. dD

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