RIFLESSIONE DEL PARROCO

V. UNA COMUNIONE UNIVERSALE (seconda parte)

Si richiede una preoccupazione per l’ambiente, unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società.

D’altra parte, quando il cuore è veramente aperto a una comunione universale, niente e nessuno è escluso da tale fraternità. Di conseguenza, è vero anche l’indifferenza o la crudeltà verso le altre creature di questo mondo finiscono sempre per trasferirsi in qualche modo, al trattamento che riserviamo agli altri esseri umani. Il cuore è uno solo e la stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nella relazione con le altre persone. Ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana. Non possiamo considerarci persone che amano veramente se escludiamo dai nostri interessi una parte della realtà: Pace, giustizia e salvaguardia del creato e sono tre questioni del tutto connesse, che non si potranno separare in modo da essere trattate singolarmente, a pena di ricadere nuovamente nel riduzionismo. Tutto è in relazione e tutti noi esseri umani, siamo uniti come fratelli e sorelle in un meraviglioso pellegrinaggio, legati dall’amore che Dio ha per ciascuna delle sue creature e che ci unisce anche tra noi, con tenero affetto, al fratello sole, alla sorella luna, al fratello fiume e alla madre terra.

VI. LA DESTINAZIONE COMUNE DEI BENI (prima parte)

Oggi, credenti e non credenti sono d’accordo sul fatto che la terra è essenzialmente un’eredità comune, i cui frutti devono andare a beneficio di tutti. Per i credenti, questo diventa una questione di fedeltà al Creatore, perché Dio ha creato il mondo per tutti. Di conseguenza, ogni approccio ecologico deve integrare una prospettiva sociale che tenga conto dei diritti fondamentali dei più svantaggiati. Il principio di subordinazione della proprietà privata alla destinazione universale dei beni e, perciò, il diritto universale al loro uso, è una “regola d’oro” del comportamento sociale e il primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale. La tradizione cristiana, non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata. San Giovanni Paolo II, ha ricordato con molta enfasi questa dottrina, dicendo che Dio ha dato la terra a tutto il genere umano, perché essa sostenti tutti i suoi membri, senza escludere né privilegiare nessuno. Sono parole pregnanti e forti. Ci pensiamo ogni tanto?

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