RIFLESSIONE DEL PARROCO

FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, PATRONO DI VARIANO e RITO DI INTITOLAZIONE DEL DUOMO

Domenica 30 giugno 2019

PROGRAMMA  

VENERDÌ 28 GIUGNO:
-ore 20.30. Presentazione DELLA PUBBLICAZIONE “Archivio della Pieve San Giovanni Battista di Variano(In cruce salus, n° 4 – “Quaderni di storia delle Parrocchie del Comune di Basiliano”), a cura della Dott. Enrica Capitanio. Sarà presente mons. Sandro Piussi, Direttore dell’Archivio diocesano di Udine.

SABATO 29 GIUGNO:
-dalle ore 15.00 alle 17.30. In chiesa parrocchiale, CONFESSIONI individuali.
-Dalle ore 16.30 alle 17.30. CONCERTO CAMPANARIO DEGLI SCAMPANOTADÔRS sul campanile di Variano.

DOMENICA 30 GIUGNO:
SOLENITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA.
-ore 9.30. (presso il pozzo di Variano) LA COMUNITÀ e LE AUTORITÀ ACCOLGONO L’ARCIVESCOVO. I bambini dell’asilo declamano una poesia di benvenuto. Alzabandiera e Discorso del Sindaco, Dott. Marco Del Negro.
ore 10.00. (davanti l’ingresso della chiesa) RITO DI APERTURA DELLA PORTA E INGRESSO DEI FEDELI. CELEBRAZIONE EUCARISTICA, presieduta dall’Arcivescovo e animata dalle Corali e Cantorìe delle sette Parrocchie. Partecipano le associazioni di Variano e i bambini e le famiglie della Scuola dell’Infanzia “S. Giuseppe” (canto).
-ore 11.30. Avvio del corteo per la dEPOSIZIONE DEI FIORI AL MONUMENTO DEI CADUTI (Parco Rimenbranza), preceduti dalla Banda.
-ore 12.30. PRANZO COMUNITARIO per tutta la popolazione (previa iscrizione ). Seguono giochi popolari con offerta per l’asilo.
-ore 14.00. PRESENTAZIONE DELLE INIZIATIVE CULTURALI E SOCIALI 2019 delle Associazioni della Comunità di Variano.
-ore 14.30. Conferimento, da parte del Pievano, del PREMIO SAN GIOVANNI”.

RIFLESSIONE DEL PARROCO

9 GIUGNO, SOLENNITÀ DI PENTECOSTE
Elezione in ogni parrocchia dei membri del Consiglio pastorale

Una comunità parrocchiale non può vivere senza un gruppo di cristiani che aiutino il parroco e portino con lui il peso della conduzione della vita pastorale parrocchiale. Da questa collaborazione stabile, propositiva, intelligente e generosa dipende lo sviluppo di una parrocchia. Questo gruppo di lavoro e di condivisione viene chiamato “Consiglio Pastorale”. Si tratta di persone con una ricca vita di fede, che amano la loro parrocchia, ed esprimono consigli intelligenti e prudenti (certo, non si limitano solo a parlare…) di cui il parroco deve tenere conto, anche se con estrema libertà. Solo al parroco, infatti, spetta offrire con chiarezza gli orientamenti pastorali alla comunità parrocchiale, per permetterle di crescere e sviluppare la propria vita cristiana in piena comunione con il nostro Vescovo e il Papa. La crescita nella fede, infatti, non è soggetta a democrazia, ma alla volontà di Dio, che è più importante di ogni parere umano e di ogni logica di opinione pubblica! Per questo, il parroco deve guidare con saggezza e fermezza la comunità annunciando il vangelo e la retta fede cattolica, senza cadere nella trappola del populismo facile o di scelte opportuniste compiute per non dare troppo fastidio.
Si comprende allora la delicatezza di questo momento per le nostre sette parrocchie (di Basiliano e le cinque del Comune di Mereto di T.): ci è richiesta la prudenza nel saper scegliere ed eleggere le persone giuste come collaboratori del parroco. Bisogna scegliere uomini e donne, giovani capaci di collaborare assieme alle altre parrocchie nell’unico Consiglio pastorale della Collaborazione Pastorale (12 parrocchie) e in piena collaborazione con il parroco. Sarebbe un povero Consiglio pastorale, infatti, quel consiglio che non avesse a cuore la crescita evangelica, ma fosse preoccupato di tutt’altro piuttosto che della vita cristiana della parrocchia. Spetta, infatti, al parroco che guida le comunità –insieme al suo Consiglio pastorale- vagliare nella preghiera e nello scambio di pareri questa volontà di Dio; perché è lui il responsabile davanti a Dio e all’Arcivescovo della vita di fede e di carità dei fedeli, dell’unità della comunità cristiana, così pure di ogni altra dimensione spirituale comunitaria.
Per questo motivo, domenica 9 giugno 2019, solennità di Pentecoste ad ogni S. Messa, eleggeremo i membri del nuovo Consiglio Pastorale delle sette parrocchie di Basiliano (altrettanto faranno le cinque parrocchie di Mereto).
Potranno votare ed essere eletti i cristiani maschi e femmine cresimati. Sarà per tutti una prova di maturità e di corresponsabilità, che esprimeremo attraverso il voto. Mi auguro che tutti i parrocchiani collaborino sia eleggendo, sia accettando di essere eletti.

Don Dino Bressan, vostro parroco

RIFLESSIONE DEL PARROCO

9 GIUGNO, SOLENNITÀ DI PENTECOSTE
Elezione in ogni parrocchia dei membri del Consiglio pastorale

Una comunità parrocchiale non può vivere senza un gruppo di cristiani che aiutino il parroco e portino con lui il peso della conduzione della vita pastorale parrocchiale. Da questa collaborazione stabile, propositiva, intelligente e generosa dipende lo sviluppo di una parrocchia. Questo gruppo di lavoro e di condivisione viene chiamato “Consiglio Pastorale”. Si tratta di persone con una ricca vita di fede, che amano la loro parrocchia, ed esprimono consigli intelligenti e prudenti (certo, non si limitano solo a parlare…) di cui il parroco deve tenere conto, anche se con estrema libertà. Solo al parroco, infatti, spetta offrire con chiarezza gli orientamenti pastorali alla comunità parrocchiale, per permetterle di crescere e sviluppare la propria vita cristiana in piena comunione con il nostro Vescovo e il Papa. La crescita nella fede, infatti, non è soggetta a democrazia, ma alla volontà di Dio, che è più importante di ogni parere umano e di ogni logica di opinione pubblica! Per questo, il parroco deve guidare con saggezza e fermezza la comunità annunciando il vangelo e la retta fede cattolica, senza cadere nella trappola del populismo facile o di scelte opportuniste compiute per non dare troppo fastidio.
Si comprende allora la delicatezza di questo momento per le nostre sette parrocchie (di Basiliano e le cinque del Comune di Mereto di T.): ci è richiesta la prudenza nel saper scegliere ed eleggere le persone giuste come collaboratori del parroco. Bisogna scegliere uomini e donne, giovani capaci di collaborare assieme alle altre parrocchie nell’unico Consiglio pastorale della Collaborazione Pastorale (12 parrocchie) e in piena collaborazione con il parroco. Sarebbe un povero Consiglio pastorale, infatti, quel consiglio che non avesse a cuore la crescita evangelica, ma fosse preoccupato di tutt’altro piuttosto che della vita cristiana della parrocchia. Spetta, infatti, al parroco che guida le comunità –insieme al suo Consiglio pastorale- vagliare nella preghiera e nello scambio di pareri questa volontà di Dio; perché è lui il responsabile davanti a Dio e all’Arcivescovo della vita di fede e di carità dei fedeli, dell’unità della comunità cristiana, così pure di ogni altra dimensione spirituale comunitaria.
Per questo motivo, domenica 9 giugno 2019, solennità di Pentecoste ad ogni S. Messa, eleggeremo i membri del nuovo Consiglio Pastorale delle sette parrocchie di Basiliano (altrettanto faranno le cinque parrocchie di Mereto).
Potranno votare ed essere eletti i cristiani maschi e femmine cresimati. Sarà per tutti una prova di maturità e di corresponsabilità, che esprimeremo attraverso il voto. Mi auguro che tutti i parrocchiani collaborino sia eleggendo, sia accettando di essere eletti.

Don Dino Bressan, vostro parroco

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Al termine della Settimana Santa e dell’Ottava della Pasqua di risurrezione, momento di particolare grazia per le nostre Comunità cristiane, desidero esprimere un vivo ringraziamento a tutte le persone che si sono impegnate perché le Liturgie fossero un’autentica festa del popolo credente: i vari Gruppi corali, gli organisti e musicisti, il Gruppo dei giovani, i chierichetti, le persone che hanno pulito e abbellito le chiese, chi ha curato o regalato i fiori alle nostre chiese, i sagrestani, i lettori, i sacerdoti che hanno celebrato e dato il loro tempo per ascoltare le Confessioni, le nostre Suore, e tutti i cristiani che hanno partecipato con viva fede e con il canto.
La nostra vocazione di popolo di Dio è di testimoniare Gesù risorto; è un mandato ricevuto da Lui che non possiamo tradire, specialmente in questo tempo che necessita della speranza cristiana.
Un grazie vivissimo vada pure a chi ha fatto dono di cibi e bevande per le attività comunitarie di questi giorni, per i poveri o per la canonica. dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Siamo alla quinta settimana di Quaresima.
Noi sappiamo che Gesù perdona la donna adultera, questa povera donna trovata in flagrante peccato che secondo la legge di Mosè deve essere lapidata. Viene portata davanti a Gesù per esprimere un parere, dato che i farisei volevano incastrarlo, ma lui sembra indifferente al fatto, traccia dei segni nella sabbia. Sollecitato, risponde:”Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Si allontanano tutti, rimane solo la donna, e le dice:”Dove sono coloro che ti hanno accusata? Io non ti condanno, ma ti perdono, però non peccare più”. Come possiamo osservare non è un perdono a buon mercato, anzi viene richiesto di non tornare più nel peccato. Anche certe guarigioni sono frutto del perdono, e infatti aggiunge: “Va e non peccare più, per non ritornare ad una situazione peggiore”.
Il suo cuore misericordioso è grande. Sappiamo che perdona Pietro dopo che l’ha rinnegato per ben tre volte. Nelle drammatiche sequenze del Giovedì Santo Gesù con uno sguardo ha fatto capire tutto a Pietro, il quale scoppia in pianto disperato. Anche quando appare agli apostoli, dopo la resurrezione, nessun rimprovero. Egli vuole solo un atto di fede, la sincerità del pentimento da parte di Pietro prima di confermargli l’affidamento della sua Chiesa, perché Gesù è morto per costituire la Chiesa, è venuto a portare il regno di Dio e la sua salvezza.
Il perdono di Gesù giunge a ridare fiducia, a reintegrare, a restaurare colui che l’ha offeso col peccato.
Dovremmo anche noi gustare questa gioia di dare il perdono, perché poi ci assicuriamo il perdono di Dio.

dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Ogni anno la Chiesa italiana prega e ricorda i suoi martiri. Il 24 marzo celebriamo la 27° Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri, a 38 anni dall’assassinio di Mons. Oscar Romero, il vescovo ucciso sull’altare e proclamato santo nell’ottobre 2018. Questo speciale evento di preghiera vuole ricordare tutti i testimoni del Vangelo uccisi in varie parti del mondo.
Nel 2018 c’è stato un aumento di persone uccise in odium fidei: circa il doppio rispetto allo scorso anno. Papa Francesco, il 25 gennaio, affermava: “Quanti fratelli oggi subiscono persecuzioni per il nome di Gesù!”. Sì, sono molti coloro che vengono uccisi perché impegnati ad annunciare il vangelo e la giustizia che da esso promana. “Per amore del mio popolo non tacerò”, questa frase è di mons. Romero, che denunciava senza paura le violenze contro la sua gente povera. Secondo i dati ufficiali, nel 2018 sono stati uccisi 40 missionari: 35 sacerdoti, 1 seminarista, 4 laici. Così suddivisi: In Africa 19 sacerdoti, 1 seminarista e 1 laica (21); in America 12 sacerdoti e 3 laici (15); in Asia 3 sacerdoti (3); in Europa è stato ucciso 1 sacerdote (1).
Si usa il termine “missionario” per tutti i battezzati, consapevoli che “in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario. Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione” (EG 120). “Per amore del mio popolo non tacerò”, significa agire coerentemente alla propria fede. In quanto cristiani, discepoli missionari, portatori della Buona Notizia di Gesù non possiamo tacere difronte al male. Farlo significherebbe tradire il mandato che ci è stato affidato nel Battesimo. dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

La Quaresima 2019 ci ripropone degli interrogativi antichi e fondamentali: cresce la mia fedeltà a Cristo, il mio desiderio di santità? Cresce il mio amore al Vangelo? Cresce il mio impegno cristiano nella Chiesa? Cresce la mia generosità e il mio apostolato cristiano nella mia vita di ogni giorno, nel mio lavoro, fra i miei colleghi? Ognuno risponda a queste domande e scoprirà che è necessaria una ripresa di slancio nella fede, una nuova trasformazione, perché Cristo viva in noi, e perché la sua immagine si rifletta limpidamente nella nostra condotta di vita.
Chiamiamo Quaresima il periodo di quaranta giorni (Quadragesima) dedicato alla preparazione della Pasqua. Dal IV° secolo è un tempo di penitenza e di rinnovamento per tutta la Chiesa, con la pratica del digiuno e dell’astinenza. In questo modo semplice e concreto, “la Chiesa ogni anno si unisce al mistero di Gesù nel deserto con i quaranta giorni della Quaresima” (Catech. Chiesa Catt., 540). Proponendo ai cristiani l’esempio di Cristo nel suo ritiro nel deserto, la Chiesa ci prepara alla celebrazione delle solennità pasquali della Passione, morte e risurrezione del Signore.
Il primo gesto che compiamo in Quaresima è di accettare che la Chiesa, nel primo giorno di questo tempo santo, ci imponga le Ceneri sulla testa e ci richiami la necessità di cambiare (conversione) vita. Le Ceneri benedette sono per noi un forte richiamo alla serietà di vita; richiamo alla nostra fragilità, bisognosa di essere curata dal Medico divino (Gesù); richiamo al nostro essere terra (humus) umile che ci insegna l’umiltà.
Il secondo gesto è la carità, cartina al tornasole del nostro cambiamento interiore. Le nostre Parrocchie organizzano due iniziative importanti:
1) “Domenica del cesto per i poveri(Sabato 9 e Domenica 10 marzo) dove deporre generi alimentari (pasta, latte, olio, pelati, tonno, carne in scatola, biscotti, marmellata, riso, farina, zucchero, ecc…) che saranno distribuiti alle famiglie povere delle nostre comunità attraverso la Caritas.
2) Il sostegno ai “Progetti missionari” da mercoledì delle Ceneri a fine maggio.
Gesti per iniziare bene la Quaresima: un bel cammino di quaranta giorni.
dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

La Quaresima 2019 ci ripropone degli interrogativi antichi e fondamentali: cresce la mia fedeltà a Cristo, il mio desiderio di santità? Cresce il mio amore al Vangelo? Cresce il mio impegno cristiano nella Chiesa? Cresce la mia generosità e il mio apostolato cristiano nella mia vita di ogni giorno, nel mio lavoro, fra i miei colleghi? Ognuno risponda a queste domande e scoprirà che è necessaria una ripresa di slancio nella fede, una nuova trasformazione, perché Cristo viva in noi, e perché la sua immagine si rifletta limpidamente nella nostra condotta di vita.
Chiamiamo Quaresima il periodo di quaranta giorni (Quadragesima) dedicato alla preparazione della Pasqua. Dal IV° secolo è un tempo di penitenza e di rinnovamento per tutta la Chiesa, con la pratica del digiuno e dell’astinenza. In questo modo semplice e concreto, “la Chiesa ogni anno si unisce al mistero di Gesù nel deserto con i quaranta giorni della Quaresima” (Catech. Chiesa Catt., 540). Proponendo ai cristiani l’esempio di Cristo nel suo ritiro nel deserto, la Chiesa ci prepara alla celebrazione delle solennità pasquali della Passione, morte e risurrezione del Signore.
Il primo gesto che compiamo in Quaresima è di accettare che la Chiesa, nel primo giorno di questo tempo santo, ci imponga le Ceneri sulla testa e ci richiami la necessità di cambiare (conversione) vita. Le Ceneri benedette sono per noi un forte richiamo alla serietà di vita; richiamo alla nostra fragilità, bisognosa di essere curata dal Medico divino (Gesù); richiamo al nostro essere terra (humus) umile che ci insegna l’umiltà.
Il secondo gesto è la carità, cartina al tornasole del nostro cambiamento interiore. Le nostre Parrocchie organizzano due iniziative importanti:
1) “Domenica del cesto per i poveri(Sabato 9 e Domenica 10 marzo) dove deporre generi alimentari (pasta, latte, olio, pelati, tonno, carne in scatola, biscotti, marmellata, riso, farina, zucchero, ecc…) che saranno distribuiti alle famiglie povere delle nostre comunità attraverso la Caritas.
2) Il sostegno ai “Progetti missionari” da mercoledì delle Ceneri a fine maggio.
Gesti per iniziare bene la Quaresima: un bel cammino di quaranta giorni.
dD

RIFLESSIONE PARROCO

PERCORSO SPECIALE DI PREPARAZIONE AL SACRAMENTO AL MATRIMONIO a

Stai convivendo da tanti anni, oppure sei sposato civilmente? Pur volendolo, non hai mai deciso di sposarti cristianamente? Hai delle paure? Non hai i soldi per farlo?…
Eccoti una proposta concreta che il parroco offre un PERCORSO PER CHI HA GIà MOLTI ANNI DI VITA DI COPPIA ALLE SPALLE, E FORSE ANCHE QUALCHE FIGLIO. Cinque incontri in canonica a Basiliano (vedi sul sito le date).
Al termine della preparazione, ti propongo la CELEBRAZIONE COMUNITARIA DEL MATRIMONIO tutte le coppie insieme: Sabato 11 maggio 2019. A seguire la festa nella Sala parrocchiale.
Iscrizioni in canonica, entro il 28 febbraio 2019. Tel. 0432.84019.
Con affetto. dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Corsi yoga e cristianesimo

Così come ha dato notizia il Messaggero Veneto di mercoledì 31 gennaio, per venire incontro alla incapacità di concentrazione dei ragazzi, a San Daniele del Friuli le scuole hanno deciso di proporre dei corsi yoga. Così come si può leggere nella circolare del Comune di Basiliano sul “Progetto doposcuola a.s. 2018-2019”, anche nelle scuole primarie del nostro comune si sono attivati questi corsi. Non solo, ma anche a Basagliapenta c’è un centro di spiritualità yoga (in piazza S. Valentino), che fornisce corsi yoga, per adulti e specie per i bimbi (così come si può leggere sulle locandine).
Come pastore di queste comunità cristiane, è mio dovere fare chiarezza sulle conseguenze di queste scelte educative nei confronti dei più piccoli, apparentemente innocue e fatte a “fin di bene”, ma che marchiano per sempre una visione della vita e cambiano radicalmente la prospettiva delle scelte del proprio battesimo cristiano. E in questi tempi di grande disorientamento per i genitori, spesso molto preoccupati per il bene dei loro figli, si rischiano scelte altrettanto confuse se non dannose. Va chiarito subito, che lo yoga non è solo una “tecnica di rilassamento” così come appare, ma una vera e propria spiritualità derivante dall’induismo (guidata da “maestri”), che ha potuto attecchire in Europa, grazie a due problemi, che toccano gli adulti, ma soprattutto le nuove generazioni: lo stress della vita e l’ignoranza di fede dei cristiani. Ci si rivolge oggi a tali metodi per motivi terapeutici, per sanare l’irrequietezza psicologica o il vuoto spirituale di una vita sottoposta al ritmo assillante della società, che spinge a queste scelte sperando di trovare in esse la via della calma interiore e dell’equilibrio psichico.
Le differenze. Esistono delle differenze tra la meditazione cristiana e quella yoga? Esiste una differenza tra il concetto di persona inteso dal cristianesimo e quello inteso dallo yoga? Dio c’entra con lo yoga?
Lo yoga escogita delle tecniche per aiutare l’uomo a non ragionare, a non pensare, a cercare in sè stessi il vuoto liberante. E tutto ciò lo si raggiungerebbe attraverso delle “tecniche” di origine tibetane (Zen) o giapponesi.
Duemila anni di cristianesimo hanno nulla da offrire ai cristiani di oggi? Buttar fuori l’aria mentre si è in una posizione corporea retta a gambe incrociate, può anche far bene, produrre un certo “benessere” fisico. Raggiungere il fine di “non pensare a nulla”, di realizzare il distacco dalle cose può apparire cosa buona. Ma per noi cristiani non è sufficiente, perché non provoca nessun cambiamento di conversione dei costumi o di vita; si tratta solo e sempre di realizzare un processo di autoconcentrazione sul proprio “io”, dove l’individuo è sempre e solo al centro di tutto, e l’altro (anche l’ALTRO che è Dio) viene eliminato dai propri pensieri e dalle proprie scelte di vita perché toglie la pace, la tranquillità. Anche Dio disturba la mia pace. E si può vivere e pregare anche quando è difficile!
Un esempio può servire a comprendere. Se uno sposo è in crisi, e per superare i problemi di coppia sceglie di frequentare i corsi yoga, non sarà certo aiutato a ritornare a casa dal proprio sposo con l’animo di volerlo comprendere e amare, o di realizzare un nuovo tentativo di dialogo con lui; sarà piuttosto aiutato a distaccarsi dal proprio partner e, addirittura dai propri figli, perché essi gli impediscono il raggiungimento del suo benessere individuale, che viene prima e al di sopra di tutto. Da sempre, il cristianesimo propone la cura dell’anima, la cura della propria spiritualità e interiorità.
Il cristianesimo ha i suoi metodi di orazione e di meditazione, che MAI ci allontanano dagli altri o da Dio; MAI vedono l’altro come un ostacolo alla propria realizzazione; MAI considera il mondo come una illusione o una realtà da cui fuggire; MAI il cristianesimo sostituisce l’uomo a Dio e alla sua volontà di amore, pensando che tutto ruoti attorno al proprio ombelico umano; MAI il cristianesimo confonde la persona con il “tutto universale”, ma rispetta la dignità della persona, l’originalità e unicità della propria e altrui persona, senza sovrapposizione o confusione.
Insomma, lo yoga è una tecnica in aperto contrasto con la visione antropologica (visione dell’uomo) e teologica (visione di Dio) del cristianesimo.
La fede cristiana mi chiede di convertire la mia vita riportando la mia attenzione spirituale ai motivi della mia infelicità; mi invita a rimettere ordine nelle mie scelte di amore, mi riporta alla carità. Sì, troppo spesso la mia infelicità nasce dalle mie scelte sbagliate: ho amato più le cose (la mia carriera, i soldi, il potere, l’auto,…) che Dio e le persone affidatemi. Il distacco mentale realizzato attraverso queste tecniche yoga non portano alla conversione, non portano a Dio o all’altro, al massimo cercano un benessere corporeo.
A noi cristiani, Gesù continua a dire: “Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tuia mente; e il prossimo come te stesso” (Mt 22, 37-38). A noi, Gesù chiede di curare la nostra relazione con il Padre, con i fratelli, con il creato, riempiendo di una Presenza (Dio) la nostra vita. Per lo yoga, la meditazione è invece pensare al “nulla”. Per noi cristiani, la meditazione è pensare a qualcuno: a Dio, al mio sposo, ai miei figli, ai motivi egoistici della mia infelicità; è pregare per me e per gli altri; la meditazione cristiana produce amore, mai vuoto e distacco dalla realtà.
Lo confesso, anch’io ho alcune tecniche di rilassamento: pregare sul vangelo, pregare il Rosario. In particolare, prego ogni giorno il Rosario per tutti voi e per i vostri problemi, vi affido alla Madonna e a Gesù, e questo mi dà tanta pace. Ve lo consiglio. dD