RIFLESSIONE DEL PARROCO

Interiorità, un valore in crisi (2)
Che cosa troviamo nella Bibbia circa l’interiorità? Raccogliamo alcuni dati più significativi. Già i profeti d’Israele avevano lottato per spostare l’interesse del popolo dalle pratiche esteriori di culto e di ritualismo, all’interiorità del rapporto con Dio. Questo popolo ‑ leggiamo in Isaia ‑ si avvicina a me – solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un «imparaticcio di usi umani» (Is 29, 13) il motivo è che «l’uomo guarda le apparenze, ma Dio scruta il cuore» (1 Sam 16, 7). «Laceratevi il cuore, non le vesti, si legge in un altro profeta» (Gl 2, 13), il tipo di riforma religiosa che Gesù ha ripreso e portato a compimento. Uno che esamini l’operato di Gesù e le sue parole fuori da preoccupazioni dogmati­che, da un punto di vista di storia delle religioni, nota anzitutto una cosa: che egli ha voluto rinnovare la reli­giosità giudaica, finita spesso nelle secche del ritualismo e del legalismo, rimettendo al centro di essa un rappor­to intimo e vissuto con Dio. Egli non si stanca di richia­mare a quell’ambito «segreto», il «cuore», dove si opera il vero contatto con Dio e con la sua vivente volontà e da cui dipende il valore di ogni azione (cf Mt 15, 10 ss).
La motivazione profonda che Gesù porta è che «Dio è Spirito e quelli che lo adorano devono adorarlo in spi­rito e verità» (Gv 4, 24). Questa frase ha dei livelli di significati diversi, fino al più profondo di tutti, in cui «spirito e verità» indicano lo Spirito Santo e il Verbo, cioè Dio stesso e la sua vivente realtà. Ma certamente tra questi diversi livelli c’è anche quello in cui «spirito e ve­rità» indicano l’interiorità dell’uomo, la sua coscienza: il tempio spirituale, in opposizione a luoghi esterni, quali erano allora il tempio di Gerusalemme e il monte Garizim. Come per entrare in contatto con il mondo, che è materia, abbiamo bisogno di passare attraverso il nostro corpo, così per entrare in contatto con Dio che è spirito abbiamo bisogno di passare attraverso il nostro cuore e la nostra anima che è spirito.

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Interiorità, un valore in crisi
La «vita interiore» che un tempo era quasi sino­nimo di vita spirituale, ora tende invece a essere guar­data con sospetto. Non conosciamo più i significati di «interiorità» e «raccoglimen­to». Tra i teologi c’è chi afferma che non c’è nessun termine biblico che corrisponda esatta­mente a queste parole; che potrebbe esserci stato, su questo punto, un influsso determinante della filosofia platonica; che esso potrebbe favorire il soggettivismo… Un sintomo rivelatore di questo calo del gusto e della stima dell’interiorità è la sorte toccata all’Imitazione di Cristo che è una specie di manuale di introduzione alla vita interiore. Da libro più amato tra i cristiani, dopo la Bibbia esso è passato, in pochi decenni, a essere uno dei libri meno amati e meno letti.
Alcune cause di questa crisi sono antiche e inerenti alla nostra stessa natura. La nostra «composizione», cioè l’essere noi costituiti di carne e spirito, fa sì che sia­mo come un piano inclinato, inclinato però verso l’e­sterno, il visibile e il molteplice. «Non si sazia l’occhio di guardare, né mai l’orecchio è sazio di udire», dice la Scrittura (Qo 1,8). Siamo peren­nemente proiettati verso le cinque porte o fi­nestre che sono i nostri sensi. Altre cause sono invece più specifiche e attuali. Una è l’emergenza del «sociale» che è certamente un valore positivo, dei nostri tempi, ma che, se non è riequilibrato, può accentuare la proie­zione all’esterno e la spersonalizzazione dell’uomo. Nel­la cultura secolarizzata e laica dei nostri tempi il ruolo che svolgeva l’interiorità cristiana è stato assunto dalla psicologia e dalla psicoanalisi, le quali si fermano però all’inconscio dell’uomo e comunque alla sua soggettività, prescindendo dal suo intimo legame con Dio (I^ parte).

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». (Luca 9,51-62).

 

 

RIFLESSIONE DEL PARROCO

 Il Parroco, i membri del Consiglio pastorale e del Consiglio per gli Affari economici
della Parrocchia di Sant’Andrea ap. in Basiliano
sono lieti di invitarla alla

FESTA DI INAUGURAZIONE
DELLA NUOVA
“CASA DELL’ORATORIO”
Una casa per imparare ad essere cristiano
e membro della comunità cristiana

che avrà luogo

DOMENICA 23 GIUGNO 2019
Presso il cortile della canonica di Basiliano
 PROGRAMMA

             

Domenica 23 giugno, Solennità del CORPUS DOMINI
Ore 9.00, Inaugurazione dell’INFIORATA sul sagrato della chiesa parrocchiale.
Ore 10.00, S. MESSA e PROCESSIONE EUCARISTICA con la partecipazione dei bambini della Prima Comunione e delle famiglie.
Ore 11.30, INAUGURAZIONE DELLA NUOVA “CASA DELL’ORATORIO”

SALUTI DELLE AUTORITÀ 
-un Bambino dell’Oratorio
-un Rappresentante della Parrocchia
-dott. Marco Del Negro, Sindaco di Basiliano
-Rappresentanti della Regione Friuli Venezia Giulia.
INTITOLAZIONE DELLA NUOVA CASA DELL’ORATORIO
-don Dino Bressan, Parroco
BENEDIZIONE DELLA NUOVA STRUTTURA E TAGLIO DEL NASTRO
-Mons. Luciano Nobile, Arciprete della Cattedrale e Vicario Urbano di Udine.

 Sarà offerta ai presenti la pastasciutta

 

 

RIFLESSIONE DEL PARROCO

9 GIUGNO, SOLENNITÀ DI PENTECOSTE

 Elezione in ogni parrocchia

dei membri del Consiglio pastorale

 Una comunità parrocchiale non può vivere senza un gruppo di cristiani che aiutino il parroco e portino con lui il peso della conduzione della vita pastorale parrocchiale. Da questa collaborazione stabile, propositiva, intelligente e generosa dipende lo sviluppo di una parrocchia. Questo gruppo di lavoro e di condivisione viene chiamato “Consiglio Pastorale”. Si tratta di persone con una ricca vita di fede, che amano la loro parrocchia, ed esprimono consigli intelligenti e prudenti (certo, non si limitano solo a parlare…) di cui il parroco deve tenere conto, anche se con estrema libertà. Solo al parroco, infatti, spetta offrire con chiarezza gli orientamenti pastorali alla comunità parrocchiale, per permetterle di crescere e sviluppare la propria vita cristiana in piena comunione con il nostro Vescovo e il Papa. La crescita nella fede, infatti, non è soggetta a democrazia, ma alla volontà di Dio, che è più importante di ogni parere umano e di ogni logica di opinione pubblica! Per questo, il parroco deve guidare con saggezza e fermezza la comunità annunciando il vangelo e la retta fede cattolica, senza cadere nella trappola del populismo facile o di scelte opportuniste compiute per non dare troppo fastidio.
Si comprende allora la delicatezza di questo momento per le nostre sette parrocchie (di Basiliano e le cinque del Comune di Mereto di T.): ci è richiesta la prudenza nel saper scegliere ed eleggere le persone giuste come collaboratori del parroco. Bisogna scegliere uomini e donne, giovani capaci di collaborare assieme aglle altre parrocchie nell’unico Consiglio pastorale della Collaborazione Pastorale (12 parrocchie) e in piena collaborazione con il parroco. Sarebbe un povero Consiglio pastorale, infatti, quel consiglio che non avesse a cuore la crescita evangelica, ma fosse preoccupato di tutt’altro piuttosto che della vita cristiana della parrocchia. Spetta, infatti, al parroco che guida le comunità –insieme al suo Consiglio pastorale- vagliare nella preghiera e nello scambio di pareri questa volontà di Dio; perché è lui il responsabile davanti a Dio e all’Arcivescovo della vita di fede e di carità dei fedeli, dell’unità della comunità cristiana, così pure di ogni altra dimensione spirituale comunitaria.
Per questo motivo, domenica 9 giugno 2019, solennità di Pentecoste ad ogni S. Messa, eleggeremo i membri del nuovo Consiglio Pastorale delle sette parrocchie di Basiliano (altrettanto faranno le cinque parrocchie di Mereto).
Potranno votare ed essere eletti i cristiani maschi e femmine cresimati. Sarà per tutti una prova di maturità e di corresponsabilità, che esprimeremo attraverso il voto. Mi auguro che tutti i parrocchiani collaborino sia eleggendo, sia accettando di essere eletti.

Don Dino Bressan, vostro parroco

 

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Santa Rita da Cascia. Famosa nel mondo come la santa dei casi impossibili, Rita da Cascia ci ha insegnato col suo esempio di vita vissuta che, se ci affidiamo a Dio, tutto può accadere. Patrona della famiglia, del dialogo e del perdono, Santa Rita, al secolo Margherita Lotti (Roccaporena, 1381 – Cascia, 1457) è anche detta “santa della spina” per la particolarissima stigmata che ricevette sulla fronte quindici anni prima della sua morte. È il 1432, quando Rita innalza il suo dolore alle sofferenze di Cristo per l’umanitàchiede ed ottiene dall’Amato, come pegno d’amore, di diventare partecipe ancora di più alla Sua sofferenza. Non sappiamo cos’è accaduto in quel momento, una luce, un lampo, una spina staccatasi dal Crocifisso le si conficca nella fronte e nell’anima.
Per la sua vita ordinaria, simile a quella di chiunque di noi, Rita è tra i santi più venerati al mondo. Nella sua storia si riflettono tante storie ancora oggi. Donna, moglie, madre, vedova, monaca, stigmatizzata, Santa Rita ha vissuto ogni momento della sua quotidianità mettendo in pratica i valori dell’accoglienza, della carità, del dialogo e del perdono. Valori che hanno portato la santa di Cascia ad andare controcorrente, in un periodo storico fatto di faide familiari regolate dalla legge della vendetta e dell’occhio per occhio.

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Prepariamo la Settimana Santa, conoscendo le sue celebrazioni.

 Domenica delle Palme
Le croci e le immagini sono già velate. La Settimana Santa si apre con la Domenica delle Palme. In essa si celebra l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, acclamato come Messia e figlio di Davide. Viene letto il racconto della Passione secondo l’Evangelista corrispondente all’Anno Liturgico che si sta vivendo (quest’anno Marco). Si appendono i fascetti di ulivo con i fiocchi rossi alle finestre.

Lunedì, Martedì e Mercoledì Santo

Il Lunedì, Martedì e Mercoledì Santo la Chiesa contempla in particolare il tradimento di Giuda. La prima lettura della Messa presenta i primi tre canti del Servo del Signore che si trovano nel libro di Isaia (42,1-9, 49,1-6, 50,4-11).

Giovedì santo

Durante la mattinata del Giovedì Santo non si celebra l’Eucarestia nelle parrocchie, perché viene celebrata un’unica Messa, detta Messa del Crisma, in ogni Diocesi, nella Cattedrale. Tale Messa è presieduta dal Vescovo insieme a tutti i suoi preti e diaconi. In questa Messa vengono consacrati gli Olii santi, e i presbiteri rinnovano le promesse emesse al momento della loro ordinazione.

Con la Messa nella Cena del Signore, celebrata nella sera, inizia il solenne Triduo Pasquale. Prima dell’inizio vengono spogliati gli altari: essi restano senza ornamenti, i tabernacoli rimangono vuoti e aperti; le campane rimangono silenti.

Il Triduo Pasquale

Giovedì Santo

Il solenne Triduo Pasquale della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo viene aperto con la Messa nella Cena del Signore, nella quale si ricorda l’Ultima Cena di Gesù, la istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio ministeriale, e si ripete il gesto simbolico della Lavanda dei piedi effettuato da Cristo nell’Ultima Cena. Al termine, l’Eucaristia viene riposta nell’Altare della Reposizione, davanti al quale i fedeli permangono in adorazione.

Venerdì santo

Il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù sulla Croce. La Chiesa celebra nel pomeriggio la solenne celebrazione della Passione, divisa in tre parti:

  1. La Liturgia della Parola, con la lettura del quarto canto del servo del Signore(Is 52,13-53,12), dell’Inno cristologico della lettera ai Filippesi (2,6-11) e della Passione secondo Giovanni.
  2. L’Adorazione della Croce.
  3. La santa Comunione con i presantificati del Giovedì Santo sera.

Il Venerdì Santo è tradizione effettuare la Via Crucis. Si pratica il digiuno e ci si astiene dalle carni come forma di partecipazione alla Passione e Morte del Signore.

Sabato Santo

Il Sabato Santo è tradizionalmente giorno senza liturgia: non si celebra l’Eucaristia, e la Comunione ai malati si porta solamente ai malati in punto di morte.

 

La Veglia Pasquale

Nella notte si celebra la solenne Veglia Pasquale, che è la celebrazione più importante di tutto l’Anno Liturgico. In essa: Si celebra la Resurrezione di Cristo attraverso la liturgia del fuoco: al fuoco nuovo si accende il cero pasquale, che viene portato processionalmente in chiesa.

La liturgia della Parola ripercorre con sette letture dell’Antico Testamento gli eventi principali della storia della salvezza, dalla Creazione del mondo, passando attraverso la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, fino alla promessa della Nuova Alleanza. L’Epistola proclama la vita nuova in Cristo risorto, e nel Vangelo si legge il racconto dell’apparizione degli Angeli alle donne la mattina di Pasqua.

Segue la liturgia battesimale, nella quale tutti i fedeli rinnovano le promesse del proprio battesimo, e vengono battezzati, se ce ne sono, i catecumeni che si sono preparati al Sacramento.

Domenica di Resurrezione

La Domenica di Resurrezione torna a riecheggiare la gioia della Veglia Pasquale. Tale domenica è ampliata nell’Ottava di Pasqua: la Chiesa celebra la pienezza di questo evento fondamentale per la durata di otto giorni, concludendo la II domenica di Pasqua, chiamata fin dall’antichità Domenica in Albis, che San Giovanni Paolo II ha voluto dedicare alla celebrazione della Divina Misericordia.

Ovviamente, non basta “conoscere” i riti della Settimana Santa. Essi vanno arricchiti da una preghiera intensa e da un’attenta partecipazione per beneficare dei doni spirituali che da essi sgorgano. Buona settimana Santa.

dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

La Quaresima 2019 ci ripropone degli interrogativi antichi e fondamentali: cresce la mia fedeltà a Cristo, il mio desiderio di santità? Cresce il mio amore al Vangelo? Cresce il mio impegno cristiano nella Chiesa? Cresce la mia generosità e il mio apostolato cristiano nella mia vita di ogni giorno, nel mio lavoro, fra i miei colleghi? Ognuno risponda a queste domande e scoprirà che è necessaria una ripresa di slancio nella fede, una nuova trasformazione, perché Cristo viva in noi, e perché la sua immagine si rifletta limpidamente nella nostra condotta di vita.                         dD