44ª GIORNATA NAZIONALE PER LA VITA 6 febbraio 2022 CUSTODIRE OGNI VITA

“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15).
La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia.  “Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. È il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. È l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. È il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene” (Papa Francesco, Omelia, 19 marzo 2013).
Le persone, le famiglie, le comunità e le istituzioni non si sottraggano a questo compito, imboccando ipocrite scorciatoie, ma si impegnino sempre più seriamente a custodire ogni vita.

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Tra qualche giorno invito a un incontro importante i membri del Gruppo di riferimento parrocchiale, i membri del Consiglio per gli affari economici di ogni parrocchia nella propria chiesa e chi vorrebbe aggiungersi per il bene della comunità.
L’unità fa’ la forza. L’amore la rafforza.
Sono convinto che Dio parla attraverso tutti, vi invito a condividere la vostra conoscenza.
Il ruolo del Parroco è di mettere insieme, di cercare il bene maggiore di ogni comunità. Vi invito a partecipare numerosi.

Don Gabriel

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Cosa dire all’inizio di un nuovo anno? Vi dico che la Chiesa
ci fa benedire da Maria Santissima, Madre di Dio, come una
mamma benedice i suoi figli che devono partire per un viaggio.
Vi invito a coltivare sempre più il nostro spirito, la nostra
relazione con Dio, a cui appartengono i giorni, e daremo sempre
più importanza al senso che diamo al tempo.
Utilizziamo il tempo per fare del bene, per amare e il regno di Gesù, appena nato a Betlemme si diffonderà nei nostri
cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie.
Felice anno nuovo!
Buins fiestis!

Don Gabriel

RIFLESSIONE DEL PARROCO

“Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Gesù.”
                                                                                                        Lc 2,10-11
Cari parrocchiani, vi invito ad accogliere questa grande gioia nella vostra vita, nelle vostre famiglie!
Il bambino Gesù è l’Emanuele, il Dio-con-noi, d’ora in poi non saremo mai soli. Lasciamoci avvolgere dalla sua presenza.
Contemplando la grotta di Betlemme scopriamo con stupore che Gesù, il Figlio di Dio, è nato nella povertà, nella semplicità e nell’amore.
Impariamo anche noi a percorrere la stessa strada per incontrare il Signore.

 Buon santo Natale! Felice anno nuovo!
Bôn Nadal! Buins fiestis!

 Don Gabriel

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Questa terza domenica di Avvento è la domenica della gioia perché la Natività di Gesù si avvicina e il profeta Giovanni Battista ci invita ad agi[1]re, a essere concreti, a salutare, a prendere cura di qualcuno. Da qualche giorno ho cominciato la visita agli anziani e ammalati, per conoscerli, per portare loro la Comunione, chiedere la loro benedizione, preghiera e saggezza di vita. Loro sono una ricchezza per le nostre comunità, vanno valorizzati. In un modo particolare per le feste natalizie vi invito a uno slancio di fraternità e solidarietà perché la nascita di Gesù sia una gioia per tutti.
Dio vi benedica!

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Come ringraziarvi per la bellissima celebrazione per il mio ingresso in mezzo a voi?
“Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore”. Salmo 115,4
Passerò in ognuna delle sette comunità per esprimervi il mio grazie. E se la prima impressione conta, vuol dire che c’è una grande disponibilità a collaborare per fare comunità. Personalmente sono molto contento e ho cominciato la mia missione con grande impegno ed entusiasmo.
Dio vi benedica. Mandi.                                                                              Don Gabriel

Tempo di preparazione…

Domenica 21 novembre, alle ore 16, accoglieremo nel duomo di Variano il nuovo parroco delle nostre 7 parrocchie, don Gabriel Cimpoesu.
Nato nel 1976 in Romania, don Gabriel ha frequentato il seminario interdiocesano a Castellerio (come suo fratello don Rafael, ora nella Collaborazione Pastorale di Moggio Udinese), venendo ordinato sacerdote nel giugno del 2001.
Dopo un lungo periodo come missionario in Costa d’Avorio è rientrato nella diocesi di Udine, diventando nel 2018 vicario parrocchiale di Tarvisio, Camporosso, Fusine, Cave del Predil e dall’anno successivo anche di Ugovizza e Malborghetto.
È una vera grazia per le nostre comunità accogliere così presto un nuovo sacerdote, dopo aver dovuto salutare don Dino; ringraziamo il Signore per questo dono e impegniamoci per non far mancare il nostro aiuto e la nostra preghiera al nuovo parroco don Gabriel, a cui spetta ora il compito di guidare ben sette parrocchie.
Porta in dote esperienze culturali e di vita missionaria che sicuramente non potranno che arricchirci, così come possiamo fare anche noi con le nostre esperienze parrocchiali e comunitarie.
Prepariamoci a camminare insieme a lui per essere davvero Chiesa, comunità cristiana viva e feconda, e continuare su quel sentiero, faticoso ma bello, che in questi anni ci ha permesso di mantenere le nostre identità parrocchiali e al tempo stesso riunirci in un’unica collaborazione.
E proprio come segno di questa collaborazione, domenica tutte le 7 croci delle nostre parrocchie saranno presenti in duomo, addobbate, per dare il loro primo saluto a don Gabriel.

CHI VA…E CHI VIENE…

Da poco abbiamo salutato il nostro caro don Dino, destinato alle nuove comunità di Tricesimo, Ara e Fraelacco. È stato un duro colpo che forse stiamo ancora cercando di digerire, segno di quanta gioia e fatica abbiamo condiviso in questi 9 anni.
Abbiamo sperato che il nuovo parroco fosse designato in breve, ma nessuno poteva immaginare che sarebbe successo in così poco tempo: a meno di un mese di distanza infatti, il 21 novembre, potremo accogliere tra noi don Gabriel Cimpoesu, nuovo parroco delle nostre 7 parrocchie.
Don Dino ci ha spesso detto che dobbiamo imparare ad essere missionari nelle nostre comunità: riceviamo ora il dono di un sacerdote che per lungo tempo è stato missionario (in Costa d’Avorio).
Il Signore sa di cosa abbiamo bisogno e non lascia inascoltate le nostre preghiere! Preghiamo dunque per don Dino, che oggi inizia il suo ministero a Tricesimo; preghiamo per don Gabriel, che ha accettato la guida delle nostre comunità e il 21 novembre, alle 16 nel Duomo di Variano, farà il suo ingresso tra noi; e ringraziamo il Signore per averci mandato un nuovo pastore con cui camminare insieme.

 

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Ritrovare l’essenzialità cristiana che è la fede (4)
L’essenziale per ogni credente è affidarsi al mistero del Signore e alla Sua Pasqua e vivere la propria esistenza in comunione con Lui. L’esperienza della fede è percorsa dall’esigenza di vedere. Vedere il volto di Dio: è la domanda che dice il bisogno di pienezza che c’è nella vita, nostra e di ogni persona; vedere Gesù, domanda che tanti anche oggi rivolgono a noi credenti, alla nostra testimonianza, alla Chiesa.
Vedere è una promessa: quella che Gesù fa ai suoi, quando promette di mostrarsi in Galilea, cioè in quella terra oscura in cui egli stesso è vissuto nell’anonimato di Nazareth e nel silenzio di trent’anni di vita ordinaria. Siamo convinti che se sapremo nuovamente, con intensità e con gioia, orientare lo sguardo verso il Volto di Gesù potremo trovare pienezza alla nostra vita: questo non significa che troveremo risoluzione ai problemi di questo tempo, ma che avremo una forza nuova per affrontarli e che il contatto con questo tempo difficile avrà rigenerato e risvegliato in noi l’esigenza e il gusto di vivere l’originalità cristiana con nuova convinzione e con nuova motivazione.
Per poter rigenerare la nostra esperienza di fede abbiamo bisogno di un’attenzione costante alla Parola del Signore, per ridare in essa nuova profondità alla vita cristiana.
Forse ci siamo fatti l’idea che essere cristiani significa soprattutto dedicarsi con generosità ad una serie di impegni che, pur buoni, ci fa perdere il gusto della dimensione interiore della fede, soprattutto quella della preghiera e dell’ascolto della Parola. È proprio l’ascolto, insieme alla preghiera, ciò che modella la nostra vita sul pensiero di Dio e la coinvolge nel suo mistero: è nell’ascolto che cresciamo nella consapevolezza che tutto è dono e che si è cristiani perché siamo continuamente rigenerati dalla misericordia; figli in un amore che ci precede e ci salva non per i nostri meriti o per quelli dei nostri impegni; chiamati dalla grandezza di un amore che ci guida, ci consola, ci sorregge, ci indica la strada, ci parla di un Padre pronto ad accoglierci infinite volte.
Il ritmo di questo cammino è quello che la Chiesa scandisce nel suo percorso di fede, quello della liturgia: della domenica e dell’anno liturgico, celebrazione del tempo di Dio che salva le nostre giornate. Ritorniamo all’ “essenziale” per gustare queste dimensioni della vita cristiana e riscoprirle nella loro freschezza e nella loro forza vitale.                                                       dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

L’essenzialità per un cristiano (2)
 La frase di riferimento da cui siamo partiti è tratta da “Il piccolo Principe” di A. de Saint Exupéry «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore -disse la volpe-. L’essenziale è invisibile agli occhi». Ma cos’è essenziale o così prezioso, da essere anche così invisibile, da dover avere occhi speciali per cercarlo? Il vocabolo “essenzialità” parla di una “essenza”, cioè di ciò che è profumato. Essa ci rimanda alla necessità di interrogarci a fondo, e scoprire cosa dia profumo alla nostra vita (se ancora abbiamo il naso per odorare i profumi veri dai cattivi odori). In una società che ha perso l’essenziale, perché rincorre l’inutile, riabituarci a cercare l’essenzialità non è semplice, bisogna “riaffinare” il gusto delle cose grandi, reimparare la grammatica dell’invisibile e di ciò che è nascosto.
Ricominciare a tacere, a fare silenzio, a pensare, a interrogarci, ad andare a fondo, a cercare nel pozzo del nostro cuore e delle nostre relazioni. Più autenticamente, per un cristiano, l’essenza delle cose o del vivere, la si trova in Dio – e più precisamente nel cuore di Dio- che possiede l’ “idea iniziale” di tutto, perché tutto Egli ha fatto con sapienza e amore.
Reimparare a stare in silenzio è mestiere non facile per chi è abituato al rumore, al caos delle scelte e delle azioni, e prima ancora al disordine mentale. Siamo figli di una società delle tante chiacchiere vane, inutili e stancanti, piene del nulla che esce dai palati, che non hanno il “profumo dell’essenza”, ma che semplicemente sono pronunciate per riempire il tempo o seppellire gli altri sotto la propria arroganza.
Quando non ci sono i tempi del silenzio nella propria vita, non la si apprezza come valore grande. Dice il Salmo 39: “Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei giornisaprò quanto è breve la mia vita” (Sl 39,5). Senza il silenzio, non si apprezza l’essenza, il profumo o la gioia del vivere. Senza il silenzio non si scopre neppure l’essenzialità di un rapporto con Dio, che tutto dona e tutto illumina di senso: “Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza, davanti a te (l’uomo) è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive, … un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga” (Sl 39,6-7).
Davvero ci conviene riscoprire il silenzio per riscoprire l’essenza, il valore, il profumo, la grandezza della vita, che è già di per sé così breve. “Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci(Sl 39, 10.12).
Certo il silenzio può apparire inutile, perché invisibile; ma «L’essenziale è invisibile agli occhi».                                                                      dD