Solo seguendo Gesù non si sbaglia strada nella vita. Il «Buon Pastore» è l’unica porta che può dare accesso all’esistenza eterna. Dunque, non bisogna fidarsi di presunti veggenti e cartomanti, perché conducono su un cammino ingannevole ed errato.
È Cristo che ci avverte: «chi non entra nel recinto delle pecore per la porta» ma da un’altra parte «è un ladro e un brigante». La porta è una sola, Lui, «non ce n’è un’altra» (Giovanni 10, 1-2). Il Figlio di Dio, parlava alla gente con immagini semplici: tutta quella gente conosceva com’era la vita di un pastore, perché la vedeva tutti i giorni nel comportamento di chi lavorava con questi animali; così, le persone comprendevano immediatamente, che si entrava solo per la porta del recinto delle pecore.
Anche oggi, coloro che puntano a entrare da un’altra parte, invece, sono delinquenti. Non si può entrare nella vita eterna da un’altra parte, che non sia la porta, cioè che non sia Gesù. Egli è la porta per l’eternità; la porta sul mistero di Dio; la porta sul mistero della vita, anche della nostra vita, della nostra vita quotidiana. Pertanto per un cristiano, ogni decisione va presa in nome di Gesù, per la porta di Gesù! Egli va avanti e ci indica il cammino; chi lo segue non sbaglia!
Ma talvolta la vita è difficile, imprevedibile, ricca di scogli e di gradini. Non sempre si vede con chiarezza cosa fare. Ed è qui, che spesso entra la tentazione di consultare una veggente, un cartomante perché mi mostri le carte, o l’oroscopo, o tutto quel mondo di miti e falsità che ci disorienta e distoglie da Cristo.
Se questo è il comportamento dei cristiani, in verità, non seguiamo Gesù, ma un altro che indica un’altra strada diversa. Gesù ci ha avvisato: “Verranno altri che diranno: il cammino del Messia è questo… Non ascoltateli! Il cammino sono solo Io! O si ha fede in Gesù o si ha fede in qualcun altro!
Gesù è la porta ed è anche il cammino. Se seguiamo Lui non sbaglieremo. Ma è una questione che ci impone di rivedere la qualità della nostra fede! dD
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RIFLESSIONE DEL PARROCO
Oggi è la Solennità della Santissima Trinità.
Per capire qualcosa della Trinità, ma senza poterne esaurire il mistero, si può utilizzare questa analogia. La Sacra Scrittura dice che quando Dio creò l’uomo, lo creò a sua “immagine” (Genesi 1,27). Dunque, nell’uomo si trova una lontana ma comunque presente immagine della Santissima Trinità. L’uomo possiede la mente e la mente genera il pensiero. Il pensiero, contemplato dalla mente, è amato, e così dal pensiero e dalla mente procede l’amore.
Ora mente, pensiero, amore, sono tre cose ben distinte fra loro, ma assolutamente inseparabili l’una dall’altra, tanto che si può dire che siano nell’uomo una cosa sola. Nella Trinità il Padre è mente, che da tutta l’eternità genera il suo Pensiero perfettissimo (il Logos). Il Pensiero, generato eternamente dal Padre, sussiste, come persona distinta, ed è lo Spirito Santo. Ma come la mente, il pensiero e l’amore sono nell’uomo tre cose distinte, ma assolutamente inseparabili, così il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sebbene sussistano come persone distinte, sono però un Dio solo. dD
RIFLESSIONE DEL PARROCO
Che lo Spirito Santo vi faccia conoscere la bellezza del vostro Battesimo.
Buona Pentecoste. dD
RIFLESSIONE DEL PARROCO
Domenica prossima è la Solennità di Pentecoste. Prepariamoci ad accogliere lo Spirito Santo che ci rende Chiesa missionaria e ci fa uscire dalle nostre paure. Insegniamo e parliamo ai ragazzi del dono dello Spirito Santo.
Sabato sera, vigilia di Pentecoste, 50 bambini si accosteranno per la prima volta al Perdono di Gesù. Preghiamo per loro, e soprattutto per noi, affinchè ci convertiamo.
dD
RIFLESSIONE DEL PARROCO
Martedì 8 Maggio 2018 è stata promossa una conferenza sul grande Papa Paolo VI, per conoscere a fondo la sua forza di rinnovamento e l’importanza che egli seppe dare al laicato. Alle ore 20.30, a Basiliano, presso la Sala parrocchiale, il Dott. Dino Boffo, già Direttore del quotidiano Avvenire e di TV 2000, svilupperà il tema: “PAOLO VI, un papa santo che voleva innovare la Chiesa con l’impegno dei laici”.
Si tratta di una figura fondamentale per la Chiesa del Novecento, perchè ha continuato, concluso e attuato il Concilio Vaticano II, che il suo predecessore san Giovanni XXIII aveva indetto con lungimiranza.
Questo evento si fa ancor più rilevante, perchè il prossimo 19 maggio, Papa Francesco, durante un Concistoro ordinario, annuncerà la data della canonizzazione del Beato Paolo VI.
Cogliendo l’occasione della prossima santificazione, le nostre parrocchie intendono riflettere su questo tema, anche per riscoprire l’importante ruolo dei laici che con la prossima riforma diocesana si farà ancor più impellente e necessario per la missionarietà della Chiesa.
Aderisce e collabora a questa iniziativa anche l’Associazione diocesana di Azione Cattolica.
dD
RIFLESSIONE DEL PARROCO
14 TIPICHE SCUSE PER NON ANDARE A MESSA
Quante volte nella vita ci siamo trovati a convincerci a non andare a Messa con qualche scusa… Per capirle e comprendere un po’ meglio il senso di andare a Messa e il grande significato che ha, ecco un piccolo aiuto che aiuterà a capire e a partecipare meglio alla Santa Messa. (seguito dal 15.04.2018)
5) Ci andrò quando ne sentirò il bisogno.
Il corpo ci obbliga con una forza violenta ad alimentarlo. È questione di vita o di morte. È inevitabile. Lo stesso dovrebbe succedere a chi scopre quella fame spirituale che grida dal profondo con violenza: ho bisogno di Dio!
6) Non mi piace andare a Messa.
Utilizzare il criterio del piacere-non piacere per giudicare cosa fare o cosa non fare nella vita è una cosa piuttosto infantile. Nel caso dell’Eucaristia, è straordinario poter scoprire la presenza reale di Dio e la possibilità di condividere con Lui un’ora di questa vicinanza
7) I miei figli fanno molto rumore, preferisco non dare fastidio agli altri.
“Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio” (Mc 10, 13-16).
8) Non capisco cosa dice il prete.
Fai uno sforzo, abbi pazienza. Avvicinati dopo la Messa a chiedere. Medita sul Vangelo e ricorda: il centro della Messa non è il sacerdote, né l’omelia, ma il sacrificio riconciliatore di Cristo e la sua presenza reale. Prega anche perché lo Spirito Santo illumini i sacerdoti (e li ispiri ad essere semplici).
9) In che parte della Bibbia sta scritto che andare a Messa è un dovere?
Sono molte le testimonianze dei primi Padri e di altri documenti che mostrano chiaramente come le prime comunità cristiane si riunissero ad ascoltare la Parola e a celebrare l’Eucaristia. E comunque, “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6).
10) A Messa vanno solo le persone anziane.
Gli anziani ci danno una lezione di vita in questo senso: per la saggezza acquisita nel corso degli anni e per l’approssimarsi di sorella morte, riescono a intravedere con maggior chiarezza l’essenziale della vita che è invisibile agli occhi.
11) Vado sempre a Messa, ma non vedo alcun cambiamento in me.
La Comunione è il grande atto di fede. Non riusciamo a misurare, a quantificare con criteri di perfezionismo pragmatici tutto ciò che riceviamo.
12) Non capisco perché inginocchiarsi o stare fermi per tutto il tempo.
Ogni volta che compiamo gesti come inginocchiarci, farci il segno della croce o metterci in piedi, stiamo realizzando una serie di segni liturgici chiamati a esprimere simbolicamente una serie di realtà che fanno parte di un rito liturgico consolidato da due millenni.
13) Nella mia parrocchia non c’è una Messa sobria con raccoglimento.
Non giudicare i gesti della gente; rispetta e valorizza la pluralità del modo di manifestarsi della fede degli altri, che è il segno della grandezza di Dio, unico capace di sostenere l’unità di poli diversi e talvolta contrastanti.
14) Non sopporto il contatto fisico con gli sconosciuti.
Tutti formiamo un solo Cristo, viviamo della sua vita, realizziamo la sua missione. Siamo una nuova umanità, l’umanità in Cristo. Non ci ha voluti angeli, ma uomini e donne concreti. dD
RIFLESSIONE DEL PARROCO
Quante volte nella vita ci siamo trovati a convincerci a non andare a Messa con qualche scusa: perché andarci se non capisco? Dove sta scritto che è obbligatorio? Sono stanco…Per capire le scuse che accampiamo e comprendere un po’ meglio il senso di andare a Messa e il grande significato che ha, ecco un piccolo aiuto che aiuterà a capire e a partecipare meglio alla Santa Messa.
(leggi il seguito su INSIEME)
dD
RIFLESSIONE DEL PARROCO
Al termine della Settimana Santa e della Ottava della Pasqua di risurrezione, momento di particolare grazia per le nostre Comunità cristiane, desidero esprimere un vivo ringraziamento a tutte le persone che si sono impegnate perché le Liturgie fossero un’autentica festa del popolo credente: i vari Gruppi corali, gli organisti e musicisti, il Gruppo giovani, i chierichetti, le persone che hanno pulito e abbellito le chiese, chi ha curato o regalato i fiori, i sagrestani, i lettori, i sacerdoti che hanno celebrato e dato il loro tempo per ascoltare le Confessioni, le nostre Suore, e tutti i cristiani che hanno partecipato con viva fede e con il canto. La nostra vocazione di popolo di Dio è di testimoniare Gesù risorto; si tratta di un mandato ricevuto da Lui e non possiamo tradirlo, specialmente in questo tempo che necessita della speranza cristiana. dD
RIFLESSIONE DEL PARROCO
PREPARIAMO LA SETTIMANA SANTA, CONOSCENDO LE SUE CELEBRAZIONI.
LA SETTIMANA SANTA
Domenica delle Palme
La Settimana Santa si apre con la Domenica delle Palme. In essa si celebra l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, acclamato come Messia e figlio di Davide.
Giovedì santo
Durante la mattinata del Giovedì Santo non si celebra l’Eucarestia nelle parrocchie, perché viene celebrata un’unica Messa, detta Messa del Crisma, in ogni Diocesi, nella Cattedrale. Tale Messa è presieduta dal Vescovo insieme a tutti i suoi preti e diaconi. In questa Messa vengono consacrati gli Olii santi, e i presbiteri rinnovano le promesse emesse al momento della loro ordinazione.
Con la Messa nella Cena del Signore, celebrata nella sera, inizia il solenne Triduo Pasquale.
IL TRIDUO PASQUALE
Giovedì Santo
Il solenne Triduo Pasquale della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo viene aperto con la Messa nella Cena del Signore, nella quale si ricorda l’Ultima Cena di Gesù, la istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio ministeriale, e si ripete il gesto simbolico della Lavanda dei piedi effettuato da Cristo nell’Ultima Cena. Al termine, l’Eucaristia viene riposta nell’Altare della Reposizione, davanti al quale i fedeli permangono in adorazione.
Venerdì Santo
Il Venerdì Santo è il giorno della morte di Gesù sulla Croce.
Il Venerdì Santo è tradizione effettuare la Via Crucis. Si pratica il digiuno e ci si astiene dalle carni come forma di partecipazione alla Passione e Morte del Signore.
Sabato Santo
Il Sabato Santo è tradizionalmente giorno senza liturgia: non si celebra l’Eucaristia, e la Comunione ai malati si porta solamente ai malati in punto di morte.
La Veglia Pasquale
Nella notte si celebra la solenne Veglia Pasquale, che è la celebrazione più importante di tutto l’Anno Liturgico.
Domenica di Resurrezione
La Domenica di Resurrezione torna a riecheggiare la gioia della Veglia Pasquale. Tale domenica è ampliata nell’Ottava di Pasqua: la Chiesa celebra la pienezza di questo evento fondamentale per la durata di otto giorni, concludendo la II domenica di Pasqua, chiamata fin dall’antichità Domenica in Albis, che San Giovanni Paolo II ha voluto dedicare alla celebrazione della Divina Misericordia.
Ovviamente, non basta “conoscere” i riti della Settimana Santa. Essi vanno arricchiti da una preghiera intensa e da un’attenta partecipazione.
Buona settimana Santa. dD
RIFLESSIONE PARROCO
In una società in cui si esaltano i principi della libertà dell’uomo, è interessante osservare come si tenda a renderlo schiavo nelle sue forme pratiche ed esistenziali. E allora, come coniugare la libertà che sgorga dalla dignità dell’uomo, senza scadere nelle nuove raffinate forme di schiavitù del lavoro, della sessualità ridotta a cosa, del possesso delle cose, delle relazioni possessive tra persone?
Gesù, che non era uno psicologo, ma come Figlio di Dio conosceva bene il cuore dell’uomo, ha una proposta da offrirci: “la verità vi rende liberi” (Giovanni 8,32). Una verità –quella di Dio- che svela la sua “sapienza” sulla vita dell’uomo, sui rapporti tra le persone, sulle cose. La Parola di Dio ci ricorda che, per non diventare schiavi, o per ritrovare la vera libertà, bisogna ritornare a Dio: “Non avrai altri dei, al di fuori di Me” (Esodo 20,3).
Liberaci Gesù, dagli idoli che ci rendono schiavi, magari dandoci l’illusione di essere molto liberi. dD