RIFLESSIONE DEL PARROCO

Indicazioni dell’Arcivescovo per tutti, valide fino al 3 aprile 2020: 1-In tutte le parrocchie NELLE CHIESE si possono celebrare le S.S. Messe e vivere gli altri momenti di preghiera per ogni età, tipici della Quaresima (Adorazione e Via Crucis comunitarie, Confessioni e momenti di preghiera personali), purché siano seguite le indicazioni igieniche dettate dal Governo, riguardo la protezione delle persone, in particolare il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale (di almeno un metro).
2-Le persone anziane o affette da determinate patologie, indicate dal Decreto, possono santificare il Giorno del Signore, secondo il precetto domenicale, con un momento di preghiera e assistendo alla S. Messa attraverso i mezzi di comunicazione.
3- Rimangano sospesi gli incontri IN ORATORIO (catechismo o altre attività formative per ragazzi e giovani) fino alla ripresa dell’attività scolastica.
4- Sono sospesi tutti gli altri incontri previsti per genitori o per adulti. 5- Si curi particolarmente la pulizia delle chiese, delle suppellettili e oggetti di uso liturgico.

Inoltre, per la parrocchia di Blessano: Non avendo la chiesa a disposizione, siamo costretti a queste decisioni:
1- Non è possibile celebrare la S. Messa festiva (le domeniche) nella Gleseute di Blessano. Questa decisione vale fino a domenica 29 marzo (compresa).
2- Le intenzioni di S.S. Messe per vivi e defunti, previste per le domeniche 8,15, 22 e 29 marzo saranno celebrate nella chiesa di Vissandone, durante la S. Messa delle ore 10.00.
3- Ogni cristiano in queste domeniche, sceglierà di partecipare alle S. Messe nelle altre parrocchie (secondo il calendario scritto su INSIEME).
4- Le “Via Crucis” (il mercoledì alle ore 18.30) e le S. Messe feriali del venerdì (ore 18.30), vista la modesta affluenza, saranno comunque celebrate nella Gleseute.
5-I funerali saranno celebrati a Variano.
6- Sosteniamo la “Lotteria” il cui ricavato serve per il restauro della chiesa parrocchiale.
Continuiamo a rivolgere a Dio la nostra preghiera personale e comunitaria, per intercessione della Vergine Maria, chiedendo la guarigione dei malati, forza e generosità di cuore per coloro che si dedicano a loro e liberazione dal male per le nostre comunità e per tutta la nostra Italia. dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

OMELIA DEL SANTO PADRE PAPA FRANCESCO
Mercoledì delle Ceneri, 26 febbraio 2020

Iniziamo la Quaresima ricevendo le ceneri: “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai” (cfr Gen 3,19). La polvere sul capo ci riporta a terra, ci ricorda che veniamo dalla terra e che in terra torneremo. Siamo cioè deboli, fragili, mortali. Nel corso dei secoli e dei millenni siamo di passaggio, davanti all’immensità delle galassie e dello spazio siamo minuscoli. Siamo polvere nell’universo. Ma siamo la polvere amata da Dio. Il Signore ha amato raccogliere la nostra polvere tra le mani e soffiarvi il suo alito di vita (cfr Gen 2,7). Così siamo polvere preziosa, destinata a vivere per sempre. Siamo la terra su cui Dio ha riversato il suo cielo, la polvere che contiene i suoi sogni. Siamo la speranza di Dio, il suo tesoro, la sua gloria.
La cenere ci ricorda così il percorso della nostra esistenza: dalla polvere alla vita. Siamo polvere, terra, argilla, ma se ci lasciamo plasmare dalle mani di Dio diventiamo una meraviglia. Eppure spesso, soprattutto nelle difficoltà e nella solitudine, vediamo solo la nostra polvere! Ma il Signore ci incoraggia: il poco che siamo ha un valore infinito ai suoi occhi. Coraggio, siamo nati per essere amati, siamo nati per essere figli di Dio.
Cari fratelli e sorelle, all’inizio della Quaresima rendiamoci conto di questo. Perché la Quaresima non è il tempo per riversare sulla gente inutili moralismi, ma per riconoscere che le nostre misere ceneri sono amate da Dio. È tempo di grazia, per accogliere lo sguardo d’amore di Dio su di noi e, così guardati, cambiare vita. Siamo al mondo per camminare dalla cenere alla vita. Allora, non polverizziamo la speranza, non inceneriamo il sogno che Dio ha su di noi. Non cediamo alla rassegnazione. E tu dici: “Come posso aver fiducia? Il mondo va male, la paura dilaga, c’è tanta cattiveria e la società si sta scristianizzando…”. Ma non credi che Dio può trasformare la nostra polvere in gloria?
La cenere che riceviamo sul capo scuote i pensieri che abbiamo in testa. Ci ricorda che noi, figli di Dio, non possiamo vivere per inseguire la polvere che svanisce. Una domanda può scenderci dalla testa al cuore: “Io, per che cosa vivo?”. Se vivo per le cose del mondo che passano, torno alla polvere, rinnego quello che Dio ha fatto in me. Se vivo solo per portare a casa un po’ di soldi e divertirmi, per cercare un po’ di prestigio, fare un po’ di carriera, vivo di polvere. Se giudico male la vita solo perché non sono tenuto in sufficiente considerazione o non ricevo dagli altri quello che credo di meritare, resto ancora a guardare la polvere.
Non siamo al mondo per questo. Valiamo molto di più, viviamo per molto di più: per realizzare il sogno di Dio, per amare. La cenere si posa sulle nostre teste perché nei cuori si accenda il fuoco dell’amore. Perché siamo cittadini del cielo e l’amore a Dio e al prossimo è il passaporto per il cielo, è il nostro passaporto. I beni terreni che possediamo non ci serviranno, sono polvere che svanisce, ma l’amore che doniamo – in famiglia, al lavoro, nella Chiesa, nel mondo – ci salverà, resterà per sempre.
La cenere che riceviamo ci ricorda un secondo percorso, quello contrario, quello che va dalla vita alla polvere. Ci guardiamo attorno e vediamo polveri di morte. Vite ridotte in cenere. Macerie, distruzione, guerra. Vite di piccoli innocenti non accolti, vite di poveri rifiutati, vite di anziani scartati. Continuiamo a distruggerci, a farci tornare in polvere. E quanta polvere c’è nelle nostre relazioni! Guardiamo in casa nostra, nelle famiglie: quanti litigi, quanta incapacità di disinnescare i conflitti, quanta fatica a chiedere scusa, a perdonare, a ricominciare, mentre con tanta facilità reclamiamo i nostri spazi e i nostri diritti! C’è tanta polvere che sporca l’amore e abbruttisce la vita. Anche nella Chiesa, la casa di Dio, abbiamo lasciato depositare tanta polvere, la polvere della mondanità.
E guardiamoci dentro, nel cuore: quante volte soffochiamo il fuoco di Dio con la cenere dell’ipocrisia! L’ipocrisia: è la sporcizia che Gesù chiede di rimuovere oggi nel Vangelo. Infatti, il Signore non dice solo di compiere opere di carità, di pregare e di digiunare, ma di fare tutto questo senza finzioni, senza doppiezze, senza ipocrisia (cfr Mt 6,2.5.16). Quante volte, invece, facciamo qualcosa solo per essere approvati, per il nostro ritorno di immagine, per il nostro ego! Quante volte ci proclamiamo cristiani e nel cuore cediamo senza problemi alle passioni che ci rendono schiavi! Quante volte predichiamo una cosa e ne facciamo un’altra! Quante volte ci mostriamo buoni fuori e coviamo rancori dentro! Quanta doppiezza abbiamo nel cuore… È polvere che sporca, cenere che soffoca il fuoco dell’amore.
Abbiamo bisogno di pulizia dalla polvere che si deposita sul cuore. Come fare? Ci aiuta il richiamo accorato di san Paolo nella seconda Lettura: «Lasciatevi riconciliare con Dio!». Paolo non lo chiede, lo supplica: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio». (2 Cor 5,20). Noi avremmo detto: “Riconciliatevi con Dio!”. Invece no, utilizza il passivo: lasciatevi riconciliare. Perché la santità non è attività nostra, è grazia! Perché da soli non siamo capaci di togliere la polvere che ci sporca il cuore. Perché solo Gesù, che conosce e ama il nostro cuore, può guarirlo. La Quaresima è tempo di guarigione.
Che cosa fare dunque? Nel cammino verso la Pasqua possiamo compiere due passaggi: il primo, dalla polvere alla vita, dalla nostra umanità fragile all’umanità di Gesù, che ci guarisce. Possiamo metterci davanti al Crocifisso, stare lì, guardare e ripetere: “Gesù, tu mi ami, trasformami… Gesù, tu mi ami, trasformami…”. E dopo aver accolto il suo amore, dopo aver pianto davanti a questo amore, il secondo passaggio, per non ricadere dalla vita alla polvere. Si va a ricevere il perdono di Dio, nella Confessione, perché lì il fuoco dell’amore di Dio consuma la cenere del nostro peccato. L’abbraccio del Padre nella Confessione ci rinnova dentro, ci pulisce il cuore. Lasciamoci riconciliare per vivere come figli amati, come peccatori perdonati, come malati risanati, come viandanti accompagnati. Lasciamoci amare per amare. Lasciamoci rialzare, per camminare verso la meta, la Pasqua. Avremo la gioia di scoprire che Dio ci risuscita dalle nostre ceneri.

                      Papa Francesco

RIFLESSIONE DEL PARROCO

La Quaresima 2020 ci ripropone degli interrogativi antichi e fondamentali: cresce la mia fedeltà a Cristo, il mio desiderio di santità? Cresce il mio amore a Gesù e al Vangelo? Cresce il mio impegno cristiano nella Chiesa? Crescono la mia generosità e il mio apostolato cristiano nella mia vita di ogni giorno, nella mia famiglia, nel mio lavoro, fra i miei colleghi? Questo tempo di indifferenza chiede a noi cristiani di lasciarci riscaldare al fuoco dello Spirito Santo, per poi testimoniare la gioia della nostra fede. Nessun cristiano può dare ciò che non ha ricevuto dal Signore!
La Quaresima il periodo di quaranta giorni (Quadragesima) dedicato alla preparazione della Pasqua. “La Chiesa ogni anno si unisce al mistero di Gesù nel deserto con i quaranta giorni della Quaresima” (Catech. Chiesa Catt., 540). Proponendo ai cristiani l’esempio di Cristo con il suo ritiro nel deserto, la Chiesa ci prepara alle celebrazioni pasquali della Passione, morte e risurrezione del Signore.
Il primo gesto che compiamo è di accettare che la Chiesa, nel primo giorno di questo tempo santo, ci imponga le Ceneri sulla testa e ci richiami la necessità di cambiare (conversione) vita, di rientrare in noi stessi (come il Figlio prodigo). Le Ceneri benedette sono per noi un forte richiamo alla serietà di vita; richiamo alla nostra fragilità, bisognosa di essere curata dal Medico divino (Gesù); richiamo al nostro essere terra (humus) umile che ci insegna l’umiltà; richiamo alla vanità del mondo che passa. E il miglior modo di convertirci è dedicare del tempo al silenzio, alla preghiera, alla meditazione della Parola di Dio, all’adorazione eucaristica, al digiuno.
Un secondo aiuto per convertirci è la carità. Le nostre Parrocchie organizzano due iniziative importanti
1) “Domenica del cesto per i poveriSABATO 29 FEBBRAIO e DOMENICA 1° MARZO. In fondo alla tua chiesa, troverai un cesto dove potrai deporre generi alimentari (pasta, olio, pelati, biscotti, marmellata, riso, zucchero, latte a lunga conservazione, tonno e scatolame vario, prodotti prima colazione, detersivi per bucato e stoviglie ecc…) che saranno distribuiti alle famiglie povere delle nostre comunità.
2) Il sostegno ai “Progetti missionari PARROCCHIALI” da mercoledì delle Ceneri a fine maggio.
Carissimi, aiutiamoci insieme a vivere bene la Quaresima, dandoci reciprocamente il buon esempio. dD

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Basiliano, 24 febbraio 2020

Cari cristiani,

in questi giorni, scopriamo improvvisamente di essere fragili. Eppure apparivamo sicuri nelle nostre certezze che vengono dalle grandiose scoperte della scienza e dalla loro applicazione tecnologica; noi, sempre connessi con il mondo attraverso internet, e allo stesso tempo, illusi di poter essere i padroni di tutto, ora siamo messi improvvisamente di fronte alla realtà: l’uomo è debole, fragile ed impotente. Quest’esperienza di restrizioni, impostaci dall’autorità ci vede quasi costretti a interrogarci e ad affidarci a Dio solo.

Allo stesso tempo in questi giorni, come anche nei giorni del terremoto, siamo quasi costretti a ritrovare l’essenzialità della nostra vita e dei rapporti. Chissà che non ritroviamo così i buoni momenti di silenzio, di riflessione, di relazione familiare, di lettura ed ascolto di buona e distensiva musica piena di messaggi di speranza, per stare accanto alle persone che hanno bisogno.

Chissà che nelle nostre case, non ritroviamo un po’ di tempo in più per pregare, per noi stessi, per i nostri familiari, per i malati, per il mondo, per i morti, per i loro cari. Sì, riscoprire la forza della preghiera, così “inutile” quando siamo forti, e così “necessaria” quando ci scopriamo deboli. Preghiamo anche per i medici e gli operatori sanitari; per la Polizia e Esercito, impegnati a custodirci. Preghiamo per chi ci governa affinché sia saggio e prudente.

Non sappiamo cosa accadrà “dopo”; anzi, scopriamo proprio di essere impreparati al futuro. Ma una cosa possiamo fare: cogliere questa occasione per rimettere ordine nella nostra vita, ovvero, con vocabolario cristiano “convertirci”. Come le grandi malattie che hanno segnato la storia dei popoli, anche questa occasione può diventare un’opportunità di conversione. L’uomo senza Dio perde completamente la bussola della propria vita, ma con Dio può ritrovare la gioia di vivere, di amare e sperare. Possiamo di nuovo diventare cercatori di infinito, cercatori di fratelli e di amici, cercatori di relazioni più buone e gratuite.

Cari cristiani, in questi giorni, non possiamo partecipare alle liturgie; forse anche questo digiuno potrà servirci per riscoprirne l’importanza per la nostra vita, specialmente della Liturgia Eucaristica che troppo abbiamo snobbato. Quando entrerete in chiesa, fissate lo sguardo sul Crocifisso-risorto dagli occhi aperti: è vivo e cammina con noi nella nostra storia crocifissa.

Buona Quaresima a tutti, cari cristiani.

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A seguito delle disposizioni dell’Arcivescovo dovute all’emergenza creata dal diffondersi del contagio del Coronavirus, da oggi fino al 1° marzo (compreso):
1- Non si celebreranno nelle parrocchie:
-la Messa del Mercoledì delle Ceneri
-la Messa feriale prevista
-la Messa di sabato 29 febbraio e domenica 1° marzo.
2- La chiesa di Basiliano resterà aperta per la preghiera personale e individuale e, sabato pomeriggio, per le confessioni.
3- Durante la settimana (da martedì a sabato), il Parroco celebrerà la S. Messa alle ore 7.30 nella cappella della canonica a Basiliano, secondo le intenzioni già prefissate, senza la partecipazione del popolo.
Domenica 1° marzo, nella cappella della canonica a Basiliano, celebrerà la S. Messa alle ore 11.00. Tutte le parrocchie suoneranno le tre campane domenica alle 10.30 (una volta), e si uniranno -purtroppo solo spiritualmente- alla celebrazione festiva del Parroco (senza la partecipazione del popolo).
4-In caso di funerali: Non si pregherà in chiesa il S. Rosario. Ci sarà una breve celebrazione della Parola con la benedizione del corpo del defunto, da tenere direttamente in cimitero alla quale parteciperanno le persone più vicine del defunto. La Santa Messa esequiale sarà celebrata successivamente dopo il superamento di questa fase di emergenza.
5- È sospeso il catechismo fino a nuova comunicazione.
6- La Caritas continua le sue attività al centro di ascolto.
7- Invito tutti i parrocchiani ad unirsi spiritualmente al Parroco nella recita serale del S. Rosario per coloro che soffrono e per la nostra conversione.
8- Il Parroco, comunque continua ad essere disponibile per qualsiasi necessità.

Don Dino, vostro Parroco

RIFLESSIONE DEL PARROCO

«Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli» (Matteo 5, 17-37).
Gesù è la pienezza della legge perché egli è la parola definitiva del Padre (Eb 1,1). Paolo ci dice che “chi ama il suo simile ha adempiuto la legge… Pieno compimento della legge è l’amore” (Rm 13,8-10). Ed è anche in questo senso che Gesù è la pienezza di ogni parola che esce dalla bocca di Dio: “Perché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito… perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3,16-17). Il cristiano è prima di tutto il discepolo di Gesù, non colui che adempie la legge. I farisei erano ossessionati dalla realizzazione letterale e minuziosa della legge; ma ne avevano completamente perso lo spirito. Di qui la parola di Gesù: “Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei…”.
Ancora una volta siamo confortati dalla affermazione di Cristo: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24,35).

RIFLESSIONE DEL PARROCO

PER RIDERE O … PER PIANGERE

Ormai, i santi che sono quotati al mercato azionario della società contemporanea sono pochi, famosi e svuotati di ogni dimensione cristiana:
-San Remo, o meglio, o più paganamente, per non disturbare nessuno: “Sanremo”. È il santo più cantato in Italia.
-San Siro, che riempie ogni domenica pomeriggio i nostri salotti.
-San Silvestro, che molto veglia sugli ubriachi dell’ultimo giorno dell’anno.
-San Valentino, che è divenuto patrono degli innamorati. Anche per gli atei e per chi non sa cosa sia l’amore fedele e casto…
-Sant’Ambrogio, che permette ai milanesi un ponte più lungo dopo l’Immacolata.
-San Vittore, che veglia sui carcerati milanesi.
-Santa Lucia, che porta solo doni ai bambini buoni.
-Santa Caterina, a cui è intitolata la famosa “fiera” di Udine, con annesse giostre di divertimento.
E tutti gli altri santi, ricco patrimonio della nostra tradizione di fede cristiana, della nostra cultura religiosa mondiale, che fine hanno fatto? E dei nostri santi patroni d’Italia, di Regione, di cittadine o paesi? Anch’essi, esempi di fedeltà a Cristo, alla Chiesa, al Vangelo, ai poveri, ai propri doveri professionali…
C’è davvero da riflettere miei cari cristiani. Anche perché in Friuli sono fiorite in questi ultimi anni circa 90 “sette” o nuovi gruppi religiosi di varie tendenze (presenti anche sul nostro territorio). Contrariamente al passato, non si teme più di “scherzare con i santi”; semmai si lasciano stare i fanti… In realtà, questo mondo continua ad avere bisogno di Dio, di spiritualità, di interiorità. Solo che gli acquirenti si sono spostati dalle chiese su internet, al mercato facile del “fai da te”, e del “tutto e subito”; senza necessità di Dio, di Cristo o della Chiesa; senza impegnarsi, crescere, interrogarsi o lasciarsi cambiare il cuore o le scelte di vita dalla grazia di Dio.
Così come hanno fatto, invece, i santi di ogni tempo. dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Nella riunione del Consiglio pastorale della “Collaborazione pastorale di Variano” svoltasi a Basiliano, domenica scorsa 26 gennaio 2020, si sono affrontati in serenità ed in spirito di vera fraternità, alcuni argomenti per il bene delle nostre dodici parrocchie.
1-Si è deciso di proporre una “Catechesi per gli adulti” nei tre martedì di febbraio su tre argomenti particolarmente sentiti.
2-si è deciso di promuovere un gruppo coppie di sposi che si incontrino regolarmente.
3-Si è deciso di proporre il mese di marzo due “Centri di ascolto” in ciascuna parrocchia, da tenere nelle famiglie che si renderanno disponibili a questo scopo. Sentiamo forte il bisogno di incontrarci per approfondire il senso cristiano della vita e dei suoi problemi quotidiani, nutrendoci di fede e di speranza.
4-Inoltre, i sacerdoti e i diaconi della “Collaborazione pastorale di Variano” hanno deciso di aiutarsi per coprire tutte le S.S. Messe, e di sostenere le parrocchie che avessero la necessità di una celebrazione quando ne fossero prive.
5-Infine, per la zona di Basiliano, da domenica 9 febbraio ci sarà un cambio di orario delle S.S. Messe.

Continuiamo il cammino di crescita nella collaborazione pastorale, così come il nostro Arcivescovo ci richiede, per il bene delle nostre famiglie e delle nostre comunità cristiane.       dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Non cancelliamo la memoria del male.

Di recente, il Papa ha sottolineato che l’egoismo, la rabbia e la cattiveria «preparano terreni fertili ai particolarismi e ai populismi». Ha denunciato le «barbare recrudescenze di antisemitismo» a pochi giorni dal 75esimo anniversario della liberazione di Auschwitz (27 gennaio). Si è detto preoccupato per «l’aumento, in tante parti del mondo, di un’indifferenza egoista, per cui interessa solo quello che fa comodo a sé stessi. Così si preparano terreni fertili ai particolarismi e ai populismi, che vediamo attorno a noi. Su questi terreni cresce rapido l’odio. Ancora recentemente abbiamo assistito a barbare recrudescenze di antisemitismo. Non mi stanco di condannare fermamente ogni forma di antisemitismo». «Per affrontare il problema alla radice – ha detto Papa Francesco – dobbiamo però impegnarci anche a dissodare il terreno su cui cresce l’odio, seminandovi pace. È infatti attraverso l’integrazione, la ricerca e la comprensione dell’altro che tuteliamo maggiormente noi stessi. Perciò è urgente reintegrare chi è emarginato, tendere la mano a chi è lontano, sostenere chi è scartato perché non ha mezzi e denaro, aiutare chi è vittima di intolleranza e discriminazione».
Papa Francesco, ha invitato a «mantenere viva la memoria dell’Olocausto». «Il consumismo odierno è anche verbale: quante parole inutili, quanto tempo sprecato a contestare e accusare, quante offese urlate, senza curarsi di quel che si dice. Il silenzio, invece, aiuta a custodire la memoria. Se perdiamo la memoria, annientiamo il futuro. L’anniversario dell’indicibile crudeltà che l’umanità scoprì settantacinque anni fa sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Se non lo facciamo noi, che crediamo in Colui che, dall’alto dei cieli, si è ricordato di noi e ha preso a cuore le nostre debolezze, chi lo farà?
Accogliamo l’invito del Papa, ricordiamoci del passato e prendiamo a cuore le condizioni di chi soffre: così coltiveremo il terreno della fraternità. Siamo nel 2020 e antisemitismo e fanatismo sono ancora presenti nel cuore delle nostre democrazie. Saremmo negligenti se non esprimessimo la nostra solidarietà a tutte le persone e le comunità, che nelle varie parti del mondo sono oggi in pericolo. Compresi i tanti cristiani perseguitati per la loro fede. dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO. Sarà celebrata la III Domenica del Tempo Ordinario, domenica 26 gennaio. Con la Lettera apostolica “Aperuit illis” il Papa ha istituito la Domenica della Parola di Dio. Il titolo prende le mosse da un versetto del Vangelo di san Luca: “Aprì loro la mente per comprendere le Scritture” (Lc 24,45) mentre la decisione di far nascere un appuntamento apposito, scrive Papa Francesco, vuole rispondere alle tante richieste in tal senso maturate dopo il Giubileo straordinario della misericordia.
Il Pontefice stesso aveva invitato a pensare a una «domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo». Si dirà che in ogni celebrazione domenicale ascoltiamo la Parola ed è vero. Tuttavia nelle intenzioni del Papa dedicarvi un momento apposito, magari accompagnato da gesti particolarmente significativi, vuol essere l’occasione per evidenziare la centralità della Scrittura nella vita del cristiano e della Chiesa. Vuole invitare chi le frequenta poco a leggere e pregare di più le Scritture, sottolinea la necessità di trasformare la conoscenza in vita, chiama i sacerdoti a farne risaltare la ricchezza nelle omelie. Partendo dalla consapevolezza, che come dice san Girolamo: “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.      dD

 

RIFLESSIONE DEL PARROCO

DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO. Sarà celebrata la III Domenica del Tempo Ordinario, domenica 26 gennaio. Con la Lettera apostolica “Aperuit illis” il Papa ha istituito la Domenica della Parola di Dio. Il titolo prende le mosse da un versetto del Vangelo di san Luca: “Aprì loro la mente per comprendere le Scritture” (Lc 24,45) mentre la decisione di far nascere un appuntamento apposito, scrive Papa Francesco, vuole rispondere alle tante richieste in tal senso maturate dopo il Giubileo straordinario della misericordia.
Il Pontefice stesso aveva invitato a pensare a una «domenica dedicata interamente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo». Si dirà che in ogni celebrazione domenicale ascoltiamo la Parola ed è vero. Tuttavia nelle intenzioni del Papa dedicarvi un momento apposito, magari accompagnato da gesti particolarmente significativi, vuol essere l’occasione per evidenziare la centralità della Scrittura nella vita del cristiano e della Chiesa. Vuole invitare chi le frequenta poco a leggere e pregare di più le Scritture, sottolinea la necessità di trasformare la conoscenza in vita, chiama i sacerdoti a farne risaltare la ricchezza nelle omelie. Partendo dalla consapevolezza, che come dice san Girolamo: “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.

dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Al termine delle festività natalizie, desidero esprimere un caloroso ringraziamento a tutte le persone e famiglie, che hanno offerto i fiori per gli addobbi delle nostre chiese rendendole solenni; ai sagrestani e alle persone che le hanno pulite e addobbate; ai chierichetti; ai coristi, maestri strumentisti e lettori, che hanno prestato servizio nelle liturgie; a coloro che hanno creato con fantasia i bei presepi nelle nostre chiese o nelle piazze dei nostri paesi; alle Pro Loco che hanno abbellito e creato iniziative di aggregazione nei nostri paesi; a quanti in qualsiasi modo hanno offerto denaro, cibo per la canonica, per i sacerdoti o per i poveri. Il Signore ricompensi tutti e benedica tutti. Buon anno nuovo a tutti.   dD