RIFLESSIONE DEL PARROCO

Viviamo bene i giorni per il ricordo dei nostri morti. In particolare, il 2 novembre e i giorni successivi fino all’8 novembre (Ottavario). Preghiamo per i morti; preghiamo per i caduti nella Prima Guerra mondiale e seminiamo pace, mai rancore. Partecipiamo alle S. Messe per i defunti; non accontentiamoci di fiori e lumini, ma riempiamo di fede e di speranza cristiana le nostre visite ai cimiteri dei nostri paesi.
A tutti, raccomando devozione, silenzio e rispetto nei cimiteri. Non sono dei parchi commerciali… dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Si avvicina la Solennità di Tutti i Santi (1° novembre), in cui contempliamo i testimoni della fede e dell’amore, che ora godono del premio celeste nella visione e nell’abbraccio definitivo di Dio: il Paradiso. Guardare ai Santi ci aiuta e ci fa sentire parte della “Comunione dei Santi”, uno dei punti fermi della nostra fede cattolica. In comunione con i Santi testimoni di Gesù, per i cui meriti noi pellegrini sulla terra, possiamo chiedere Loro un aiuto, un’intercessione, una mano per vivere oggi da cristiani, e domani godere come loro del Paradiso. Aiutiamo i nostri figli a prepararsi bene a questa festa cristiana, senza trasformarla in un’ennesima carnevalata commerciale, per gente sempre più vuota come le zucche, inaridita dal nulla, senza senso e senza perché.
Viviamo bene anche i giorni per il ricordo dei nostri morti. In particolare, il 2 novembre e i giorni successivi fino all’8 novembre (Ottavario). Preghiamo per i morti; preghiamo per i caduti nella Prima Guerra mondiale e seminiamo pace, mai rancore. Partecipiamo alle S. Messe per i defunti; non accontentiamoci di fiori e lumini, ma riempiamo di fede e di speranza cristiana le nostre visite ai cimiteri dei nostri paesi.
A tutti, raccomando devozione, silenzio e rispetto nei cimiteri. Non sono dei parchi commerciali…                                                      dD

 

RIFLESSIONE DEL PARROCO

-Ai Membri eletti e di diritto dei Consigli pastorali Interparrocchiali e dei Consigli economici parrocchiali attualmente in vigore;
-Agli altri Collaboratori pastorali dei vari settori o ambiti (catechisti, Caritas, Liturgia, cori, ministri straordinari, animatori dei ragazzi, amministrazione);
-Ai Fedeli delle nostre parrocchie.

Carissimi, con il 1° settembre è partita la riforma diocesana voluta dall’Arcivescovo e preparata in questi ultimi sette anni di lavoro diocesano, che prevede molti cambiamenti. Quest’anno sarà di avvio per entrare nello spirito e nelle forme della COLLABORAZIONE PASTORALE (nel nostro caso tra 12 parrocchie) così come è stata disegnata dagli Orientamenti pastorali emanati dal nostro Pastore.

DOMENICA 28 OTTOBRE 2018
nella chiesa di Variano

Daremo avvio ufficiale alla COLLABORAZIONE PASTORALE con la convocazione delle sette parrocchie del comune di Basiliano e delle cinque parrocchie del comune di Mereto di Tomba.

Alle ore 17.30, introduzione, presentazione di tutte le parrocchie e riflessione biblica.
Ore 19.00, solenne Celebrazione eucaristica di inizio della nuova COLLABORAZIONE PASTORALE.

A nome del parroco di Mereto don Giovanni Boz, e degli altri Confratelli sacerdoti e diaconi, vi ringrazio di cuore e vi raccomando il necessario passaparola, perché tutti siano presenti a questo importante momento di avvio della Collaborazione Pastorale che assumerà il nome di Collaborazione Pastorale DI Variano e che raggrupperà stabilmente le 12 parrocchie dei due comuni di Basiliano e Mereto di Tomba.

Ogni parrocchia porterà la propria croce astile solenne infiorata. Così pure è bene siano presenti alla S. Messa (ore 19.00) i chierichetti con la propria vestina. Alle cantorìe parrocchiali chiedo la gentilezza di avvicinarsi alle gradinate vicino all’organo per collaborare durante la Celebrazione eucaristica.

Raccomando a tutti la puntualità.
Mandi.

don Dino Bressan,
Coordinatore della Collaborazione Pastorale di Variano

RIFLESSIONE DEL PARROCO

-Ai Membri eletti e di diritto dei Consigli pastorali Interparrocchiali e dei Consigli economici parrocchiali attualmente in vigore;
-Agli altri Collaboratori pastorali dei vari settori o ambiti (catechisti, Caritas, Liturgia, cori, ministri straordinari, animatori dei ragazzi, amministrazione);
-Ai Fedeli delle nostre parrocchie.
       Carissimi, con il 1° settembre è partita la riforma diocesana voluta dall’Arcivescovo e preparata in questi ultimi sette anni di lavoro diocesano, che prevede molti cambiamenti. Quest’anno sarà di avvio per entrare nello spirito e nelle forme della COLLABORAZIONE PASTORALE (nel nostro caso tra 12 parrocchie) così come è stata disegnata dagli Orientamenti pastorali emanati dal nostro Pastore.

DOMENICA 28 OTTOBRE 2018
nella chiesa di Variano

      Daremo avvio ufficiale alla COLLABORAZIONE PASTORALE con la convocazione delle sette parrocchie del comune di Basiliano e delle cinque parrocchie del comune di Mereto di Tomba.
Alle ore 17.30, introduzione, presentazione di tutte le parrocchie e riflessione biblica.
Ore 19.00, solenne Celebrazione eucaristica di inizio della nuova COLLABORAZIONE PASTORALE.

A nome del parroco di Mereto don Giovanni Boz, e degli altri Confratelli sacerdoti e diaconi, vi ringrazio di cuore e vi raccomando il necessario passaparola, perché tutti siano presenti a questo importante momento di avvio della Collaborazione Pastorale che assumerà il nome di Collaborazione Pastorale DI Variano e che raggrupperà stabilmente le 12 parrocchie dei due comuni di Basiliano e Mereto di Tomba.

        Ogni parrocchia porterà la propria croce astile solenne infiorata. Così pure è bene siano presenti alla S. Messa (ore 19.00) i chierichetti con la propria vestina. Alle cantorìe parrocchiali chiedo la gentilezza di avvicinarsi alle gradinate vicino all’organo per collaborare durante la Celebrazione eucaristica.
Raccomando a tutti la puntualità.
Mandi.

don Dino Bressan,
Coordinatore della Collaborazione Pastorale di Variano

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Se ti senti parte della tua Comunità cristiana, cioè della tua Parrocchia…


Se senti di appartenere alla tua Comunità cristiana, alla tua Parrocchia; se riconosci nel tuo parroco il pastore che la Chiesa ti ha donato –mediante il nostro Arcivescovo– , buono o meno buono che sia; se senti che la tua parrocchia è la famiglia di fede che Dio ti ha donato per crescere nella fede, nella speranza e nell’amore, allora…
quando diventi padre e madre e ti nasce un bimbo, con gioia avvisa il parroco o i suoi più stretti collaboratori con l’impegno che glielo comunichino; suonerà per lui le campane perché tutti gioiscano per questa nascita;
quando qualcuno dei tuoi familiari sta male, è malato o in ospedale, avvisa il parroco o i suoi più stretti collaboratori con l’impegno che glielo comunichino, affinché possa visitarli, portare la grazia dei sacramenti e recare il conforto della fede;
se un tuo anziano viene trasferito in una casa di riposo, di cura o in un ospizio, avvisa il parroco o i suoi più stretti collaboratori con l’impegno che glielo comunichino, e possa consideralo ancora membro di questa comunità, anche se “in trasferta provvisoria”, possa essere visitato;
quando arrivi in questa nuova comunità, e vieni ad abitarvi per motivi di lavoro e “metti su casa”, avvisa il parroco o i suoi più stretti collaboratori con l’impegno che glielo comunichino, perché venga a casa tua a portare la Benedizione del Signore e ti conosca;
quando te ne devi andare in un altro paese, emigri o ti trasferisci in altra comunità cristiana, avvisa il parroco o i suoi più stretti collaboratori con l’impegno che glielo comunichino, perché possa donarti la sua Benedizione per il tuo nuovo cammino di vita che intraprendi; e poi va a presentarti al tuo nuovo parroco perché ti conosca e impari a voler bene alla tua famiglia e ai tuoi figli;
quando muore una tua persona cara, avvisa tu il parroco; non affidare questo compito importante alle pur brave Onoranze funebri; il parroco non è un funzionario, è tuo padre nella fede, vuole incontrati e condividere con te il tuo dolore.
Se non ti senti parte di questa comunità cristiana, non fare tutto questo; me ne dispiace, ma sappi che il tuo parroco e la comunità cristiana prega anche per te, per la tua famiglia e per i tuoi cari. dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

Con il 1° settembre è partita la riforma diocesana voluta dall’Arcivescovo e preparata in questi ultimi sette anni di lavoro diocesano, che prevede molti cambiamenti. Quest’anno sarà di avvio per entrare nello spirito e nelle forme della COLLABORAZIONE PASTORALE (nel nostro caso tra 12 parrocchie) così come è stata disegnata dagli Orientamenti pastorali emanati dal nostro Pastore. Per l’occasione invito a due importantissimi momenti:
    → Giovedì 27 settembre 2018, con inizio alle ore 20.30, presso l’oratorio di Codroipo, daremo inizio alla nuova Forania del Medio Friuli alla presenza dell’Arcivescovo, che ci indicherà le linee di questo cammino insieme e ci darà il documento.
    → Domenica 28 ottobre 2018, daremo avvio alla COLLABORAZIONE PASTORALE DI VARIANO con la convocazione delle nostre sette e delle cinque parrocchie del comune di Mereto di Tomba.
-Alle ore 17.30, nella chiesa di Variano. Introduzione, presentazione di tutte le parrocchie e riflessione biblica.
Ore 19.00, Celebrazione eucaristica di inizio della nuova COLLABORAZIONE PASTORALE con la presenza di tutte le croci delle 12 parrocchie dei Comuni di Basiliano e Mereto di Tomba.
La prima grande riforma

della Chiesa si ottiene attraverso la conversione personale, e questa si ottiene attraverso la preghiera singola e comunitaria. Pertanto vi invito a pregare perché si sviluppi in noi un atteggiamento di maturità e collaborazione cristiana, per la diffusione del Vangelo, in comunione con i nostri pastori. dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

È accaduto l’ennesimo fatto gravissimo di cronaca, l’uccisione di un padre, una madre e una sorellina da parte della maggiore dei figli di una coppia di origine macedone del comune di Cordignano. Un parricidio: «è stato infranto un tabù» ha commentato la stampa.
La reazione si è scatenata subito su alcuni interrogativi: “Come mai ha fatto questo? Era una ragazza normale; è impossibile sia stata lei”. Si sono disturbati immediatamente gli specialisti, -in genere criminologi e psichiatri-; si sono cercate analisi e deduzioni, peraltro tutte ipotesi post factum. Si sono cercati risposte su questioni che appaiono «impossibili».
Ma, mai nessuno che abbia avuto –controcorrente- il coraggio di interrogarsi su un altro aspetto: qual è la qualità morale della coscienza del soggetto che ha commesso il crimine? Aveva una coscienza morale? Tutto è sempre ricondotto ad una questione esclusivamente empirica, psichico-comportamentale, sociologica, statistica. Ma l’uomo, la donna sono solo questo? Il mistero del Male può perturbare e modificare le scelte di un giovane, fino ad arrivare al più grave dei delitti contro la vita o all’uccisione di chi ti ha messo al mondo?

dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

È accaduto l’ennesimo fatto gravissimo di cronaca, l’uccisione di un padre, una madre e una sorellina da parte della maggiore dei figli di una coppia di origine macedone del comune di Cordignano. Un parricidio: «è stato infranto un tabù» ha commentato la stampa. La reazione si è scatenata subito su alcuni interrogativi: “Come mai ha fatto questo? Era una ragazza normale; è impossibile sia stata lei”. Si sono disturbati immediatamente gli specialisti, -in genere criminologi e psichiatri-; si sono cercate analisi e deduzioni, peraltro tutte ipotesi post factum. Si sono cercati risposte su questioni che appaiono «impossibili». Ma, mai nessuno che abbia avuto –controcorrente- il coraggio di interrogarsi su un altro aspetto: qual è la qualità morale della coscienza del soggetto che ha commesso il crimine? Aveva una coscienza morale? Tutto è sempre ricondotto ad una questione esclusivamente empirica, psichico-comportamentale, sociologica, statistica. Ma l’uomo, la donna sono solo questo? Il mistero del Male può perturbare e modificare le scelte di un giovane, fino ad arrivare al più grave dei delitti contro la vita o all’uccisione di chi ti ha messo al mondo? Poi analizzi il vissuto della ragazza pluriomicida e scopri che la sua esistenza è stata tutta orientata alla carriera, alla realizzazione in campo scolastico e professionale; un enfant prodige, perfetto, con un futuro splendido sempre in salita, ma che svela con l’omicidio il delirio di onnipotenza. Si dichiara l’impossibilità che un simile profilo psicologico potesse sfociare in un progetto considerato “diabolico”. In realtà ancora nessuno si pone la domanda di fondo: questa ragazza ventottenne oltre ad aver sviluppato i suoi talenti intellettuali e le sue capacità manageriali, per emanciparsi da un mondo forse povero di immigrati in cerca di un po’ di fortuna, aveva concretamente fatto crescere la sua coscienza morale? Qualcuno in questa società tutta protesa verso il futuro, fatto di progressivi successi, le aveva mai parlato del peccato, del diavolo tentatore, del fallimento, della fragilità, della legge morale, del rispetto dei suoi genitori? Stupisce come questa società intelligente e razionale non sappia mettere in conto tra le variabili che generano questi episodi mostruosi, l’interrogativo sull’origine misteriosa del male come risultato di una scelta morale. Togliamoci di dosso l’ingenuità del mito dell’uomo moralmente buono perché intelligente, razionalmente capace di intendere, comprendere e volere. Quasi che l’aumento dei diplomi di laurea diminuisca il male nel mondo. Nè il più esperto criminologo può accettare ormai la tesi dell’imprevedibilità delle azioni di un soggetto. Dietro ad ogni personalità che “scoppia” (fatto salve le patologie psichiatriche), c’è sempre l’influenza di una storia educativa e di piccole quotidiane scelte morali. Finalmente va posta anche la questione: il demonio esiste? Sì, il diavolo esiste, agisce nell’ombra, manipola le menti, corrode i cuori e distrugge ciò che è di più sacro. «Lungi dall’essere un mito, una rappresentazione astratta, un simbolo, una figura o un’idea è qualcosa di reale». Nell’esortazione «Gaudete et exsultate» sulla santità nella vita cristiana e nel mondo contemporaneo, il Papa mette in guardia dal potere delle Tenebre sulla vita dell’uomo. «Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti. Lui non ha bisogno di possederci. Ci avvelena con l’odio, con la tristezza, con l’invidia, con i vizi. E così, mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita, le nostre famiglie e le nostre comunità, perché “come leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1Pt 5,89)».
Come comunità cristiana, facciamo nostra la grande preoccupazione del pontefice per la minimizzazione di questo problema. Il potere del Male è capace di insinuarsi nelle «fragilità e nelle proprie inclinazioni (ognuno ha la sua: la pigrizia, la lussuria, l’invidia, le gelosie,…). È anche una lotta costante contro il diavolo, che è il principe del male. Gesù stesso festeggia le vittorie dei suoi discepoli ieri (e oggi), quando riuscivano a progredire nell’annuncio del Vangelo, superando l’opposizione del Maligno, ed esultava: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore» (Lc 10,18). Nessuno ha più tempo o voglia, per educare o educarsi alle armi potenti contro il Male: «abbiamo le potenti armi che il Signore ci dà: la fede che si esprime nella preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la celebrazione della Messa, l’adorazione eucaristica, la riconciliazione sacramentale, le opere di carità, la vita comunitaria, l’impegno missionario» (Gaudete ed Exultate, 107). Dunque lo scetticismo su questa materia va contestato. Vangelo alla mano, il Papa spiega che non ammettere l’esistenza del demonio significa continuare a guardare la vita «solo con criteri empirici e senza una prospettiva soprannaturale. Proprio la convinzione che questo potere maligno è in mezzo a noi, è ciò che ci permette di capire perché a volte il male ha tanta forza distruttiva» (ivi). Una forza che agisce in modo carsico, e che affiora improvvisamente nei fatti di cronaca, avvelenando la vita, riempiendola di tristezza, invidia, odio, e che le sole statistiche o interrogativi razionali non possono spiegare la forza demoniaca contro la vita, l’amore, insomma contro ciò che di più bello Dio abbia creato.                                                              dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

«Giovani, sviluppate i vostri sogni!»
I nostri giovani hanno partecipato a Roma all’incontro con Papa Francesco in preparazione al Sinodo mondiale dei vescovi, che avrà come tema i giovani stessi. Durante la Veglia di sabato 11 agosto, c’è stato uno scambio bello fra i giovani ed il Papa. Nel dialogo sono emerse due parole: “sogno” e “paura”. «I sogni sono importanti. Tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la forza della vita. I sogni ti svegliano, di portano in là, sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l’umanità. Ecco, voi avete nel cuore queste stelle brillanti che sono i vostri sogni: sono la vostra responsabilità e il vostro tesoro. Fate che siano anche il vostro futuro! Certo, i sogni vanno fatti crescere, vanno purificati, messi alla prova e vanno anche condivisi.
I giovani senza sogni, che vanno in pensione a 20, 22 anni…! E la Bibbia ci dice che i sogni grandi sono quelli che danno fecondità, sono capaci di seminare pace, fraternità, gioia; questi sono sogni grandi perché pensano a tutti. I sogni grandi includono, coinvolgono, sono estroversi, condividono, generano nuova vita. E i sogni grandi, per restare tali, hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro e li dilata. I sogni grandi hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza. Tu puoi sognare le cose grandi, ma da solo è pericoloso, perché potrai cadere nel delirio di onnipotenza. Ma con Dio non aver paura».
Che bel progetto educativo è contenuto in questo dialogo: aiutare i giovani ad avere di nuovo sogni GRANDI e aiutarli a realizzarli. Al termine dell’estate, ci viene offerto uno stimolo a credere e a ripartire con nuova forza nel campo dell’educazione ai grandi sogni, che da sé non si realizzano senza l’impegno di bravi adulti, genitori ed educatori.                                                                                                                                       dD

RIFLESSIONE DEL PARROCO

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare (Vangelo di Marco 6, 30-34).
Gesù dice ai suoi amici: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po”. Non è forzatura se cerchiamo di vedere in questo invito, unindicazione su cosa significa riposare, fare vacanza:insomma, trovare il senso cristiano delle ferie.
Il termine “vacanza”, per la verità non è felicissimo. “Dal latino: ‘vacantia’ neutro plurale sostantivato di ‘vacans’, participio presente di ‘vacare’ essere vuoto, libero”.
Il senso di vuoto della vacanza mal si combina con il senso pienissimo del riposo suggerito dal vangelo. Gesù chiama i suoi in disparte, non per non aver nulla o per far nulla, ma per poter avere lui, senza intralci, lui che è tutto per loro.
Ognuno di noi può trarre da questo spunto, qualche suggerimento per le vacanze che ha fatto o che farà. Essere buoni cristiani in vacanza non significa certo pregarlo tutto il giorno, in montagna o in spiaggia, ma liberare il cuore dai molti impacci che ci allontanano da Lui. Sono quelli che ci impediscono di pregarlo ogni giorno o la domenica, di gioire quando lo incontriamo nelle assemblee delle nostre comunità, di servirlo disinteressatamente nei fratelli.

Buona estate a tutti! Sia un tempo di riposo, di ricreazione interiore e fisica, di visite culturali e di riscoperta delle amicizie e dei legami familiari.

dD