Delle 800 chiese votive costruite in Friuli, nella diocesi di Udine ce ne sono ben 20 dedicate a San Rocco.
Quella di Tomba di Mereto sorge ad est del paese, sulla strada che porta verso San Marco. La sua costruzione, quanto al primo corpo centrale, risale intorno alla fine del 1400 inizio 1500 e risulta edificata su un probabile preesistente edificio sacro stante la rilevabile percezione di orme di resti romani o di qualche linea di centuriazione al suo esterno.
L’intitolazione al santo di Montpellier, protettore di contagiati e prigionieri, è dovuta alla devozione popolare sviluppatasi in quegli anni a causa dei contagi dovuti alle gravi pestilenze, del 1348 e quella scatenatasi dopo il terremoto del 1511 ma anche in segno di gratitudine alla superate incursioni dei turchi, che invasero il Friuli tra il 1477 e il 1499 (sicuramente presenti nella vicina frazione di Pantianicco nel 1499).
La forma rettangolare è semplice e non presenta distinzione murale all’altezza del coro. L’ingresso è rappresentato da un ampio atrio a tre campane aggiunto o ricostruito nel 1818. Dietro il semplice altare è presente una piccola sacrestia aggiunta nel 1926. Il tetto è con travi a vista. L’ultimo importante intervento di restauro risale al post-terremoto del 1976.
A fine 1700 con la caduta della repubblica veneziana e a seguito dell’occupazione napoleonica la chiesetta viene indemaniata ma risulta successivamente riacquistata dalla popolazione (fatto citato in un documento del 1828 in un verbale di visita pastorale).
L’unico arredo artistico della chiesa è un dipinto moderno realizzato dal vecchio parroco di Plasencis, don Edoardo Furlano (1917-2000) in replica di quello cinquecentesco del pittore Giulio Urbanis trafugato nel 1970. La tela originale risalente al 1571 raffigurava la Madonna con bambino affiancata da San Rocco, accompagnato dal cane e da San Sebastiano. Dopo il furto venne recuperata nel 2006 in 3 parti con frammenti mancanti ed ora è conservata presso il museo diocesano di Udine. Nel tempo era anche stata sostituita da una copia del 1924 dipinta da Giovanni Maria Lendaro (1868-1948) che è stata rubata a sua volta.
Ogni 16 di agosto la chiesetta viene raggiunta in processione a piedi dagli abitanti di Blessano, una tradizione che risale al 1855 per un voto fatto dalla comunità dopo un’epidemia di colera che aveva colpito il paese, mentre ogni prima domenica dopo il 16 agosto la comunità di Tomba è solita festeggiare il santo con una messa solenne, la processione e un finale pranzo collettivo.